martedì 16 ottobre 2018
Esce “Sì”, cd di inediti in 60 Paesi e in 7 lingue, cinese e russo inclusi. “Ho scelto il titolo più giusto in questi tempi: apre il cuore e trasmette valori positivi come la fede e la famiglia»
Andrea Bocelli al teatro Gerolamo di Milano alla presentazione del nuovo disco “Sì” (Massimo Alberico)

Andrea Bocelli al teatro Gerolamo di Milano alla presentazione del nuovo disco “Sì” (Massimo Alberico)

COMMENTA E CONDIVIDI

I valori primari dell’uomo, dalla famiglia alla fede, sono tutti nei quattordici brani con i quali Andrea Bocelli tornerà a pubblicare un album di inediti il prossimo 26 ottobre, in oltre sessanta Paesi del mondo e ben sette lingue: oltre all’italiano, inglese, tedesco, spagnolo, francese e pure cinese e russo. L’album si intitola su suggerimento del primogenito del tenore, Amos, che lo accompagna al pianoforte in coda al cd per le versioni acustiche dei pezzi Sono qui (I am here) e Ali di libertà. «È sempre difficile scegliere il titolo» racconta l’artista, «ma quando Amos mi ha suggerito di usare la parola ho pensato che fosse la scelta giusta, è il termine di cui c’è più bisogno oggi, apre il cuore e dà messaggi positivi: l’ideale per me che sono un ottimista e credo di dover comunicare solo valori costruttivi, per la vita e il bene e mai per il loro contrario». Colui che viene definito «l’artista classico più seguito al mondo», e del resto 90 milioni di dischi venduti, la stella sulla Walk of Fame di Hollywood, premi, onorificenze e quant’altro parlano da sé, torna ai dischi a tre anni da Cinema (dedicato alle colonne sonore), dieci da Incanto (per ora suo ultimo cd di repertorio lirico) e ben 14 da Andrea, sino a oggi ultimo disco di inediti di Bocelli, con firme importanti da Mango a Dalla. «Ci ho messo tre lustri a tornare agli inediti perché le note sono solo sette, le canzoni già conosciute milioni e brani belli davvero nuovi difficilissimi da trovare», commenta Andrea. «Cercavo partiture degne di occupare il tempo delle persone, magari anche di divenire loro colonna sonora. E volevo parlare in essi d’amore a trecentosessanta gradi, dalla famiglia agli amici alla fede». nasce in casa del tenore, in Toscana, ma con una produzione di spicco, quel Bob Ezrin che nel tempo ha prodotto lp leggendari quali Peter Gabriel 1, Berlin di Lou Reed e persino The wall dei Pink Floyd: «Bob è un’idea della Sugar di Caterina Caselli, ci siamo incontrati ed è nato un feeling; però ho scelto di registrare in casa perché ormai col digitale si può ed è la maniera migliore per lavorare solo quando si è ispirati e la voce è al massimo».

mesce atmosfere inevitabilmente (non solo vocalmente) classico-liriche con cantabilità e sound che virano verso un pop di melodie tipicamente italiane, secondo i canoni di una sfida largamente vinta da Bocelli sin dai tempi de Il mare calmo della sera con cui debuttò vincendo a Sanremo Giovani ’94 e della hit mondiale Con te partirò dell’anno dopo. «Non so definire il mio modo di far dischi, qui c’è una Ave Maria pietas squisitamente classica e il resto credo siano canzoni pop contemporanee, non scontate e molto più difficili da suonare di quanto possa sembrare; ma l’obiettivo senz’altro è trovare altri brani come Con te partirò, pop che definirei senza tempo». Certo, mira esplicitamente alle classifiche mondiali e non solo per come sarà distribuito; ci sono anche numerose star ospiti, da Raphael Gualazzi in Vertigo («Mi ha donato una canzone lontana dal mio mondo, che ho provato a interpretare seguendo il suo») a Ed Sheeran in AC mo soltanto te («Ed è un artista determinatissimo e preparato, voleva da me un taglio operistico ma io ho cercato un compromesso col fatto che il suo brano, tradotto da Tiziano Ferro, è di grande freschezza»). Nel cd sfilano pure Josh Groban in We will meet once again, il soprano Aida Garifullina nell’Ave Maria pietas, la cantautrice Dua Lipa in If only, e il secondogenito 21enne di Andrea, Matteo, che duetta (e debutta) col padre nell’efficacissima Fall on me. «L’avevo spinto quasi a calci a studiare piano da bambino, e ha lasciato; poi un giorno sua madre mi dice che canta, lui aveva vergogna di farsi sentire da me… Ma ha tutto quello che serve e non si insegna, lo dona il buon Dio: quello che va insegnato lo sta imparando ora al conservatorio, così alla fine anche su sprone della Caselli abbiamo deciso di provare a cantare insieme». contiene anche voluti rimandi a spartiti di Bach, Fauré e Massenet, svela con If only l’ultimo testo firmato dall’autore di Con te partirò Lucio Quarantotto prima di togliersi la vita nel 2012 (è un testo contro la venerazione del denaro), parla del coraggio di guardare sempre al futuro nella bella Ali di libertà, esalta l’amore con la maiuscola in Vivo, testo e musica di Riccardo Del Turco. «Riccardo mi conosce da sempre e quando mi ha fatto sentire il brano mi ha commosso, ci rividi l’amore con mia moglie Veronica: allora lui si mise a ridere perché questa preghiera sull’amore l’aveva scritta proprio pensando a noi». Con moglie e famiglia, Bocelli ha anche creato, sette anni fa, la Andrea Bocelli Foundation: di cui uno dei frutti migliori, i sessanta bambini dai 9 ai 15 anni del coro “Voices of Haiti”, canta nel cd in Gloria the gift of life, «insieme celebrazione, preghiera e annuncio festoso della Buona Novella».

Dal 2011 a oggi la Bocelli Foundation ha costruito otto scuole nel mondo dando educazione e opportunità a oltre 3000 bimbi, ha raccolto venti milioni di euro reinvestiti fra sociale e ricerca ed ha aperti ben sedici progetti fra Italia ed estero, fra cui nelle Marche la ricostruzione di due scuole colpite dal terremoto. «Io sono contento, della mia vita» dice Bocelli. «E lo sono anche perché provo a costruire qualcosa per gli altri. Ma la solidarietà non è dovere, semmai privilegio: seguire i bimbi haitiani per esempio è stato commovente, una piccola cosa da cui è nato il grande fatto che loro hanno opportunità di crescita e testimoniano il loro Paese aiutandolo. Il bene è sempre molto più forte del male, secondo me, e l’arte può dare apporti decisivi allo sviluppo del mondo in senso positivo; anche per questo sono contento di quanto faccio e non guardo mai indietro: il mio ieri è altisonante, ma per me è sempre tempo di pensare a domani, sperando di poter fare ancora molta musica». Un domani che voci di corridoio lo vorrebbero nel ruolo di superospite al prossimo Festival. Ma Bocelli glissa: «Mi hanno insegnato a pensare agli impegni a breve scadenza e da qui a Sanremo c’è ancora molto tempo. Cerco di non consultare mai il mio calendario perché sapendo delle tante cose da fare, poi rischierei di pensare di non farcela».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: