martedì 8 marzo 2022
Vanno a due donne i massimi riconoscimenti della Biennale arti visive a cura di Cecilia Alemani che aprirà i battenti il prossimo 23 aprile
Venezia, Il Padiglione Centrale ai Giardini

Venezia, Il Padiglione Centrale ai Giardini - Biennale / Francesco Galli

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L'annuncio forse non a caso, arriva nel giorno della Festa della donna: sono due artiste, la tedesca Katharina Fritsch e la cilena Cecilia Vicuña i Leoni d'Oro alla carriera della 59esima Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, che si terrà dal 23 aprile al 27 novembre 2022 con il titolo "Il latte dei sogni", per la cura di Cecilia Alemani. La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Arte 2022 si terrà sabato 23 aprile a Ca' Giustinian.

"La prima volta in cui ho visto un'opera di Katharina Fritsch di persona è stato proprio alla Biennale di Venezia, nell'edizione del 1999, curata da Harald Szeemann - ha raccontato Cecilia Alemani - L'imponente opera che occupava il salone principale del Padiglione Centrale si intitolava Rattenkönig, il re dei topi, una scultura inquietante in cui un gruppo di topi giganteschi è disposto in cerchio, le code annodate, come in uno strano rituale magico. Da quel momento in poi, a ogni incontro con una scultura di Fritsch, ho provato lo stesso senso di stupore e di attrazione vertiginosa. Il contributo di Fritsch nel campo dell'arte contemporanea e, in particolare, in quello della scultura non ha paragoni. Il suo lavoro si distingue per opere figurative al contempo iperrealistiche e fantastiche: copie di oggetti, animali e persone rese nei più minuscoli dettagli ma trasformate in apparizioni perturbanti".
La cilena Cecilia Vicuña, artista e poetessa, ha dedicato invece anni "a preservare le opere letterarie di molti scrittori e scrittrici dell'America Latina - spiega ancora Alemani motivando le ragioni del premio - , svolgendo un encomiabile lavoro di traduzione e redazione di antologie di poesie sudamericane che, senza il suo intervento, sarebbero andate perdute. Vicuña è anche un'attivista che da anni lotta per i diritti delle popolazioni indigene in America Latina e in Cile. Nel campo delle arti visive si è distinta per un'opera che spazia dalla pittura alla performance, fino alla realizzazione di assemblage complessi. Al centro del suo linguaggio artistico c'è una forte fascinazione per le tradizioni indigene e per le epistemologie non occidentali. Molte delle sue installazioni sono realizzate
con materiali trovati e detriti abbandonati che l'artista intesse in delicate composizioni, nelle quali il microscopico e il monumentale sembrano trovare un fragile equilibrio: un'arte precaria, al contempo intima e potente".

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