giovedì 5 settembre 2019
Dopo 42 anni un italiano in semifinale agli Us Open: il 23enne romano sfiderà ora il fenomeno spagnolo Nadal per scrivere una nuova pagina di storia del tennis azzurro
Matteo Berrettini, 23 anni, in semifinale agli Us Open (foto Ap)

Matteo Berrettini, 23 anni, in semifinale agli Us Open (foto Ap)

COMMENTA E CONDIVIDI

Quattro anni dopo l'exploit di Flavia Pennetta, dal cemento di Flushing Meadows spunta un altro eroe azzurro. Matteo Berrettini è riuscito a far tornare l'Italia del tennis indietro di 42 anni, ai tempi gloriosi di Barazzutti, l'ultimo alfiere italiano ad arrivare così lontano da queste latitudini. Per spiegare come è arrivato alla storica semifinale a New York alla sua seconda partecipazione, il 23enne romano - che venerdì in semifinale (dalle 22 su Eurosport 1) troverà sulla sua strada Rafa Nadal - si affida a una metafora cinematografica, visto anche il finale thrilling del combattutissimo quinto set contro Gael Moinfils nei quarti. "Se il match contro il francese fosse un film, sarebbe "Django" di Quentin Tarantino - ha detto la grande sorpresa degli US Open in conferenza stampa - Mi ricordo di un gran bagno di sangue dove alla fine rimaneva in vita solamente una persona. Un pò come questo match".

Il 23enne romano, alla prima semifinale Slam della carriera e che ha già portato a casa le vittorie a Budapest e Stoccarda quest'anno, è davvero stanco dopo la maratona di 4 ore contro il francese: "Di solito faccio molta fatica in questi match - ha spiegato -. Sono rientrato nel pomeriggio e l'umidità era altissima. Ero sudatissimo, ho dovuto cambiare anche le scarpe. Però 5 set ti aiutano ad abituarti al caldo, ai rumori agli schermi. Sono sempre rimasto molto concentrato, ho fatto attenzione solamente alle cose importanti". L'inizio del match, con quel 6-3 preso in pocotempo, ha ricordato a molti l'avvio della batosta di Wimbledon contro Federer: "Avevo mille pensieri in testa: dove gioco, doveservo, lui che movimenti fa - ha detto -. Allora ho chiesto aiuto al mio istinto e da lì tutto è cambiato. Poi mi sono anche ricordato che quando metto peso sulla palla l'avversario losente. Il risultato è stato straordinario. Sono arrivato a New York in condizioni fisiche e di fiducia non ottimali. Mi sono detto di andare avanti come ho sempre fatto e adesso sto vivendo questo sogno e non voglio fermarmi".

Tra lui e la storica finale c'è di mezzo Rafa Nadal, n.2 del mondo e tra i più grandi di sempre come ricordano le sue 18 vittorie negli Slam, e che il 23enne tennista romano non ha mai incrociato in carriera. "Sono veramente contento di quanto fatto finora ma non mi posso fermare, non è concepibile come idea - ha spiegato Berrettini a 'SuperTennis' - Sono molto ambizioso, sto già pensando al match di venerdì. Mi sento molto felice, vedo le persone attorno a me che sorridono, che sono fiere, che tutto il lavoro che stiamo facendo sta dando i suoi frutti, che le persone dall'Italia mi seguono fino alle 2 di mattina, mi scrivono, mi chiamano. Questa è la cosa bella, godere delleemozioni con gli altri. Non posso rispondere a tutti e dico solo'graziè". E anche Rafa Nadal sa che venerdì non c'è un destino già scritto contro un Berrettini caricatò a mille: "Lui sta avendo un grande anno - riconosce il maiorchino - è in semifinale dopoaver vinto tanti buoni match. E comunque, in una semifinale di Slam non puoi aspettarti un avversario facile, nè puoiaspettarti un match facile. Matteo sta facendo molti progressi -ha aggiunto il n.2 del mondo dopo il quarto vinto contro l'argentino Schwartzman - picchia forte, l'ho visto giocare anche contro Monfils. È bravo, è in fiducia e sarà una grande sfida".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: