sabato 8 maggio 2010
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Si parla inglese al Giro d’Italia. Si parla inglese perché il Giro parte questo pomeriggio dalla patria della bicicletta, in Olanda, ad Amsterdam: il paradiso delle due ruote, 750 mila abitanti, un milione di bici, 400 chilometri di piste ciclabili. Si parla inglese al Giro d’Italia edizione numero 93, con l’australiano campione del mondo Cadel Evans, grande favorito numero uno che con il numero 1 partirà questo pomeriggio nella crono di apertura (8, 4 km). Al debutto in un grande Giro, c’è anche il Team Sky, la formazione ciclistica inglese voluto dal figlio del grande magnate australiano Murdoch, e che avrà come punto di riferimento e forza l’inglese Bradley Wiggins.Non ci sarà il velocista dell’Isola di Man Mark Cavendish, ma c’è la sua squadra americana, il Team Columbia, capitanato da André Greipel. E poi c’è la canadese Cervélo, che schiera un pezzo da novanta, lo spagnolo Carlos Sastre, vincitore di un Tour, che al Giro non ci viene per turismo.Non ci sarà la Radio Shack di Lance Armstrong, ma ci saranno il kazako Vinokourov, il tedesco Gerdemann e il russo Karpets, tanto per citarne solo alcuni.«In passato non mi ha certo aiutato ­ sorride Evans riferendosi ai due secondi posti al Tour de France - . Ho perso qualche chilo e sono arrivato a questo appuntamento nelle condizioni che volevo, ma a me interessa solo progredire dal primo all’ultimo giorno».Molto più diretto Carlos Sastre. «Il Giro è l’obiettivo più importante della mia stagione. Non voglio fallirlo». Più defilato Ivan Basso. «Io voglio vincere: è il sogno di questa stagione. E anche se sono un po’ sotto condizione credo di avere le possibilità per crescere in queste tre settimane. Dovrò faticare, soffrire un po’ all’inizio, ma questo Giro si deciderà nell’ultima settimana. Inizio questa nuova sfida con fiducia e tranquillità. Il lotto dei pretendenti è di alto livello e arrivare in rosa a Verona in rosa non sarà facile: comunque vada, darò il 110% per riuscirci e non lascerò nulla di intentato».Si nasconde Damiano Cunego. «Sono qui per togliermi qualche soddisfazione: mi basta anche una tappa. Per la classifica? Vediamo come arrivo ai piedi delle montagne. Se sarò in corsa e la condizione sarà buona allora potrei pensare anche a un’ultima settimana con un ruolo diverso».Da Amsterdam a Verona: 3.464 chilometri in 21 tappe, da oggi al 30 maggio. Quattro cronometro, 7 tappe pianeggianti, 5 di media montagna, 5 arrivi in salita. Un Giro duro, che sulla carta si preannuncia spettacolare, con Gavia, Mortirolo, Zoncolan e lo sterrato di Plan de Corones. È un Giro che parla inglese ed è per pochi italiani, che dovranno inventarsi pur qualcosa per fermare l’offensiva straniera. Quindi ci affidiamo a Basso, Garzelli e Nibali, Cunego, Scarponi e Pozzovivo. Simoni e Pinotti. Il via alla gara questo pomeriggio, con il tedesco Matthias Russ alle 13.55; chiuderà un altro tedesco, André Greipel alle 17.34. Poco idioma italiano, pochi italiani: è un Giro che parte da lontano e da due anni è preda degli stranieri. Sulla carta è una piccola Italia, con poche ambizioni e tanti avversari. Forse proprio per questo merita il nostro incoraggiamento. E poi noi italiani non mostriamo il meglio di noi quando ci danno per spacciati?
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