domenica 17 dicembre 2017
Una raccolta di fonti originali, “Le Omelie sull’Esamerone”, chiarisce ancor più la centralità delle Scritture per il teologo padre della Chiesa
Basilio, la fede e la luce che arriva dalla Parola
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“Luce della pietà” e “luminare della Chiesa”. Quando nel 1980 papa Giovanni Paolo II scrisse la Lettera apostolica Patres Ecclesiae per celebrare il XVI centenario della morte di san Basilio, riprese le invocazioni che i testi liturgici bizantini applicavano al grande padre della Chiesa. Ma da dove traeva quella “luce” Basilio? Dalla parola di Dio contenuta nella Scrittura. Un recente volume edito da Bompiani per la cura di Francesco Trisoglio (Omelie sull’Esamerone e di argomento vario, con testo greco a fronte; pagine 1.236, euro 40,00) ci offre una raccolta di fonti decisive per capire l’origine di quella “luce” e per comprendere la dimensione radicalmente evangelica della vita e della predicazione del santo cappadoce.

Le nove “Omelie sull’Esamerone”, tra le più importanti e famose di Basilio, commentano il racconto della creazione seguendo il primo capitolo del libro della Genesi. In cinque giorni consecutivi di predicazione ai fedeli di ogni tipo e categoria – cosa impensabile ai giorni nostri – Basilio commenta la Scrittura traendone per i suoi ascoltatori un messaggio forte sul senso della vita e del mondo, sulla vocazione propria di ogni essere umano e sul rapporto con le altre co-creature. Da queste parole di sapienza – e da quelle analoghe che tessono le altre ventitré omelie su svariati argomenti presenti nel volume – emerge con forza il tratto caratteristico del pensiero e degli scritti basiliani: la parola di Dio rimane la suprema autorità per la chiesa come per il singolo cristiano. Il rapporto tra Basilio e la Scrittura, infatti, è particolarmente intenso, non solo per la frequenza, l’ampiezza e la pertinenza delle citazioni bibliche sia negli scritti che nelle omelie, ma soprattutto per l’intelligenza spirituale con la quale affronta i testi e li interpreta con fedeltà e discernimento. Si può parlare di un vero e proprio “biblicismo basiliano” tanto è radicale e costante la sottomissione alla bibbia praticata e raccomandata da Basilio: di fronte alla parola di Dio ognuno deve sempre porsi come semplice servitore. Anche quando la parola di Dio ci pare poco ragionevole o addirittura incomprensibile, essa rimane nella sua totalità indivisibile l’unica norma che il cristiano è tenuto a seguire, l’unica regola cui obbedire, l’unica fonte di discernimento a cui fare riferimento poiché, come scrive, «è proprio della fede una piena e indubbia incertezza della verità delle parole ispirate da Dio, non soggetta a oscillazione dovuta a qualsiasi pensiero. Se infatti, come dice l’Apostolo, tutto ciò che non è dalla fede è peccato, ma la fede è dall’aver udito la parola di Dio, allora tutto ciò che è al di fuori della Scrittura ispirata, non essendo dalla fede, è peccato ». Perciò nessuno ha il diritto di aggiungere o togliere alcunché alla parola di Dio e il dovere di chi esercita un’autorità all’interno della chiesa – che sia apostolo, dottore o profeta – è quello di lasciarsi guidare unicamente dalla Parola e di ricordarne le esigenze al popolo di Dio.

È con questa convinzione che Basilio discerne la causa dei mali della chiesa del suo tempo – dal raffreddamento dell’ideale cristiano nella massa dei fedeli e nel clero alle divisioni e discordie che percorrono la vita ecclesiale e minacciano di infrangerne la comunione, mali del resto presenti nella chiesa di ogni tempo – nella mancanza di obbedienza alla parola di Dio. Significativo di questo atteggiamento è che Basilio non userà il termine “regole” (horoi) per le norme delle comunità di vita fraterna e ascetica, bensì per i Moralia dove sono semplicemente raccolte le parole stesse della Scrittura come fonte del comportamento cristiano. Queste “Regole Morali”, prima opera basiliana, costituiscono la fonte biblica alla quale il padre della chiesa continuerà ad attingere per il resto della sua vita e per tutta la sua predicazione, dimostrando di voler tornare sempre all’autorità della Scrittura per interpretare e risolvere ogni nuovo problema che si presenti nella vita quotidiana di ogni battezzato.

Non volendo «ridurre a parole umane le parole della fede e non avendo la temerarietà di trasmettere nel proprio insegnamento cose nate dal suo stesso spirito», Basilio cerca sempre di trasmettere con purezza la Parola, tiene conto di ogni sillaba, si sforza di rendere scrupolosamente nella sua oggettività il messaggio del testo e conta più sulla preghiera e sulle energie dello Spirito che non su se stesso e sulle proprie facoltà intellettuali. Grazie a questa ascesi quotidiana nell’accostarsi alla parola di Dio, Basilio riesce a cogliere il tutto nel frammento e a collocare ogni singolo brano nell’unico disegno di salvezza che si snoda attraverso tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. Basilio è il più deciso e il più esplicito dei padri della chiesa ad assegnare all’autorità della Scrittura quel primato che essa rivendica e che le spetta all’interno della chiesa di ogni tempo e di ogni luogo. Ogni credente può imparare dalla parola di Dio non solo il “che fare”, ma anche i tempi, i modi e i luoghi in cui compiere la volontà di Dio: il cristiano sarà “perfetto” nella misura in cui obbedirà alla volontà di Dio espressa nella bibbia, si libererà da ogni pensiero e da ogni ragionamento umano per abbandonarsi come un bambino in braccio a sua madre e accetterà di conformare la propria vita alla vita di Gesù descritta nei Vangeli.

«“Vivere conforme al Vangelo”: che cosa significa questo, in concreto, secondo Basilio?» si chiede Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica citata e prosegue: «Significa tendere, con tutta la brama del proprio essere e con tutte le nuove energie delle quali si dispone, a conseguire il “compiacimento di Dio”… Davvero, Basilio non arrossiva del Vangelo: ma, sapendo che esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede (cf. Rm 1,16) lo annunciava con quella integrità che lo fa essere pienamente parola di grazia e sorgente di vita». I cristiani del nostro tempo che si interrogano su come restare fedeli al Vangelo e ai segni dei tempi nelle mutevoli condizioni della vita odierna troveranno in Basilio e nella sua predicazione un testimone luminoso della radicalità delle esigenze evangeliche e un sapiente ispiratore del cammino di sequela di ogni battezzato al cuore di una chiesa radunata nell’unica vocazione alla santità.

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