mercoledì 9 novembre 2016
Una storia privata di immigrazione e accoglienza. Il docufilm di Giulio Filippo Giunti apre il primo festival italiano sulla narrazione audiovisiva del Paese
Banda venuto dall'Africa e le altre voci del territorio
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«Dio ti aiuta tramite qualcuno. Mette il suo aiuto nelle mani di qualcuno che non conosci». Inizia così il dialogo a due tra Giulio e Banda, immigrato ghanese arrivato in Europa alla ricerca di un’occasione per aiutare la sua famiglia in Africa. Giulio gli offre un lavoro, diventa suo amico e decide di raccontare la sua storia in un film. A seafish from Africa. Il mio amico Banda è il film documentario di Giulio Filippo Giunti, presentato a Bologna giovedì 10 novembre come anteprima del festival "Mente locale - visioni sul territorio" (a Vignola, dal 15 al 20 novembre).

Giulio, che ha scelto di vivere in campagna con la sua famiglia, attraverso la conoscenza di Banda scopre la presenza della variegata comunità ghanese, che agli occhi degli europei sembra essere invisibile: Fathi, che in Ghana era una parrucchiera ma in Italia non ha speranza di poter lavorare con le donne italiane; Aisha, che dopo che il marito l’ha lasciata è diventata matta, e dice che vuol morire in Italia; Sadik, che è arrivato con un barcone attraverso il Mediterraneo e racconta quei lunghi giorni di traversata: «Sono tutti nervosi sulla barca..affamati..Alcuni sono così stanchi che si buttano in mare, e fine!».

Al ritmo della natura e delle stagioni, scandite dalla fatica del lavoro quotidiano, Giulio e Banda riprendono antichissime conversazioni tra due amici sul senso della vita e della morte, sulla religione e la famiglia. Il docufilm introduce una rosa di altre 13 opere, selezionate tra quasi duecento iscritte, che raccolgono il meglio della produzione audiovisiva italiana sul tema del racconto del territorio. Tra i 13 film in concorso: il corto in anteprima nazionale La guardiana delle Alpi di Manuele Cecconello, primo tassello di un progetto in sviluppo su donne che gestiscono rifugi, e il lago protagonista del corto di fiction La terza riva di Giuliana Fantoni; gli sguardi personali sul post-sisma in Abruzzo e in Emilia (Habitat – note personali di Emiliano Dante e Inagibile di Giulia Natalia Comito ) e la metropoli nascosta di Sotterranea – viaggio nel ventre di Milano di Chiara Campara, Matteo Ninni e Carlo Tartivita. E ancora, il Cammino di Santiago in La concha de la vieira di Paolo Santagostino e lo sguardo di alcuni abitanti disabili in Rosarno – Autoritratti di Andrea Nevi.

"Mente locale - visioni sul territorio" è promosso dall’associazione Carta Bianca, con il Teatro delle Ariette. «È un festival piccolo ma curato, fatto con il cuore…» dicono gli organizzatori, tra cui lo stesso Giulio Filippo Giunti. Per loro “territorio” significa «una geografia fatta con la terra, il corpo e la mente degli uomini. Un tema che integra arte, cultura, promozione turistica, sviluppo economico, innovazione sociale e nuovi stili di vita. Visioni di densità differenti, rurali e urbane, di montagna e mare…». «Tra il pesce che nuota nel porto e il pesce che nuota nel mare – chiede l’uomo venuto dall’Africa - chi dei due conosce il mondo?»



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