martedì 7 aprile 2015
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BAKU (AZERBAIGIAN) Lo schiaffo del vento proviene dalla riva dell’immenso lago chiamato mare. Il soffio del Caspio raffredda l’aria nel parco dei Giochi Europei, ma gli operai proseguono incuranti nel proprio lavoro. Il governo azero non ha badato a spese per creare dal nulla, in 30 mesi, il polo principale della prima edizione dei Giochi del Vecchio continente. Una nuova rassegna che si aggiunge nel già intasato calendario annuale. Ce n’era bisogno? I fautori sono tanti, ma i detrattori non mancano. I primi evidenziano che l’Europa fosse l’unico continente senza un proprio mega- evento sportivo, i secondi fanno notare che il prossimo giugno saranno sì presenti 20 sport, ma l’atletica assegnerà la terza lega della Coppa Europa e il nuoto proporrà gare per gli juniores. Nel parco, oltre all’Aquatics Centre (impianto permanente da 6mila posti), sono sorte tre strutture temporanee per pallanuoto, beach volley, beach soccer e basket 3x3. Alcune federazioni proporranno infatti discipline alternative, e saranno presenti sport non olimpici: karate e sambo. Triathlon, tiro e tennistavolo assegneranno invece ai vincitori il pass diretto per Rio.  Nel villaggio - costruito sulla strada verso l’aeroporto - dormiranno i 6mila atleti (gli italiani saranno 300), assistiti da 18mila volontari. Gli appartamenti sono immensi: 190 metri quadrati (più del doppio rispetto a Londra 2012) con 3 o 4 camere doppie, altrettanti bagni, salotto e terrazza. Con vista sullo stadio Nazionale, teatro della cerimonia inaugurale il 12 giungo, vicino a un laghetto bonificato solo di recente. Il fiore all’occhiello della rassegna è top secret per i giornalisti, che devono accontentarsi di un giro esterno in mezzo alle ruspe. Col buio il tetto si illumina di rosso e i led restano accessi l’intera notte: a queste latitudini il risparmio energetico non è una priorità. I soldi derivanti dal petrolio sono stati investiti per migliorare una città che ha scelto lo sport come veicolo d’immagine: Giochi europei quest’estate, Olimpiadi degli scacchi il prossimo anno, Giochi islamici nel 2017, quattro partite dell’Europeo di calcio itinerante nel 2020. Il sogno è portare qui i Giochi olimpici. Già nel 2024? Il Governo non si sbilancia: «Decideremo a settembre», taglia corto il ministro dello sport, Azad Rahimov, che ha affidato la plancia di comando ad esperti  manager stranieri. Più di 200 arrivano dall’esperienza di Londra. Inglese è anche il responsabile operativo, Simon Clegg. Il budget a lui affidato è di 950 milioni di manat (quasi 850 milioni di euro), cifra che riguarda esclusivamente la gestione operativa: tutte le infrastrutture sono escluse. Per il futuro, le linee direttrici sembrerebbero due: accentrare nei Giochi le qualificazioni per l’Olimpiade dell’anno successivo, oppure assegnare nella rassegna i titoli continentali delle singole federazioni. Strada, quest’ultima, che a Baku verrà seguita dal judo.  Cala la sera e, mentre i grattacieli si illuminano, la gente festeggia il Novruz, l’arrivo della primavera. Poco oltre la città vecchia si asfalta la strada dove il prossimo anno sfrecceranno i bolidi della Formula Uno. Il nome della gara? Gran Premio d’Europa.
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