Biglietti venduti a prezzi folli, tagliandi non validi, scarsa trasparenza sul prezzo finale di vendita, informazioni ingannevoli: tutto questo si rischia con il secondary ticketing, ovvero il mercato di biglietti parallelo a quello autorizzato, fortemente attivo su internet, che offre in vendita biglietti di ogni genere, dallo spettacolo allo sport. Il problema è che spesso l’acquirente vi incappa o perché sui circuiti autorizzati i biglietti per gli eventi più richiesti non si trovano o perché crede in buona fede di acquistarli su un circuito regolare. Sino all’anno scorso a gestire in Italia il mercato primario è stata Ticketone, la piattaforma che aveva l’esclusiva online in Italia in base a un accordo concluso nel 2002 con i maggiori organizzatori di concerti per gli eventi più importanti. Scaduto l’accordo, dall’estate scorsa è sbarcata sul mercato italiano la piattaforma di rivendita primaria Ticketmaster. Ma, spesso, sui canali ufficiali i biglietti vanno esauriti in un battibaleno, mentre quasi in contemporanea vengono venduti a cifre spesso gonfiate di molto da siti specializzati nella rivendita secondaria di biglietti (come Viagogo, Seatwave e Ticketbis). Piattaforme che hanno sede all’estero, per cui si presenta anche un importante problema a livello fiscale.
Un fenomeno in crescita che in Paesi come Regno Unito, Belgio e Usa è già sanzionato da cinque anni. In Italia dopo diverse denunce e multe, si è creato l’anno scorso un movimento di artisti, promoter e manager (fra cui Claudio Trotta di Barley Arts e la Friends&Partners) riuniti sotto il movimento “No secondary ticketing” per arginare un fenomeno difficile da controllare, soprattutto perché i siti di secondary ticketing fanno razzia di biglietti attraverso procedure automatizzate, ovvero li acquistano tramite ticketbots, software che si trovano su internet. In questi giorni, però, il secondary ticketingsta tornando sotto i riflettori. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo scorso marzo ha comminato una sanzione alla piattaforma di Viagogo pari a un milione di euro: l’Agcm ha contestato alla società con sede in Svizzera la mancata indicazione sul proprio sito del prezzo originale del biglietto sul mercato primario, del posto a sedere e la valutazione del «prezzo finale del servizio solo in fase avanzata del processo di prenotazione, dopo numerose pagine, senza alcuna indicazione dell’entità delle spese preventivamente calcolabili e delle modalità di calcolo di quelle variabili».
Viagogo avrebbe dovuto inserire le informazioni richieste entro sei mesi dalla prima notifica del provvedimento, preso dall’Agcm il 5 aprile 2017: non avendo la società elvetica ottemperato all’obbligo, l’antitrust ha deciso di multarla. Già nell’aprile dello scorso anno, l’Antitrust aveva comminato una multa per 1,7 milioni di euro complessivi a quattro operatori del mercato secondario (Seatwave, Viagogo, Ticketbis, e Mywayticket) e alla stessa Ticketone, per non aver predisposto misure antibagarinaggio. Inoltre lo scorso maggio hanno chiesto di costituirsi parte civile, per l’eventuale risarcimento danni, l’associazione dei consumatori Codacons, la Siae e una giovane acquirente di biglietti di concerti, nell’udienza preliminare davanti al gup di Milano Maria Vicidomini a carico di nove indagati, nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella vendita online nel secondary ticketing. Roberto De Luca e Antonella Lodi di Live Nation Italia e Live Nation 2, e Corrado Rizzato, ex amministratore di Vivo, hanno anticipato, tramite i loro legali, la richiesta di essere processati con rito abbreviato. Rischiano il processo anche Domenico d’Alessandro di Di Gi, che però respinge con fermezza le accuse, e Charles Stephen Roest, amministratore di Viagogo.
L’inchiesta per aggiotaggio e truffa riguarda un presunto raggiro sulla vendita online di biglietti di concerti, che avrebbe portato dal 2011 al 2016 a ricavi per oltre un milione di euro. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero fatto credere al pubblico «divulgando false informazioni» che i biglietti dei concerti, finiti nel mirino della magistratura, fossero quasi esauriti inducendo i fan ad acquistarli «ad un prezzo estremamente più elevato ». Dall’altro lato, avrebbero anche stipulato «accordi occulti» con il sito di bagarinaggio online Viagogo, sul quale «un elevato numero di biglietti» veniva messo in vendita «a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quello stabilito dagli artisti». L’accordo, secondo l’accusa, prevedeva che il 90% degli incassi ottenuti dalla vendita dei biglietti ricevuti direttamente dagli organizzatori venisse retrocesso «sotto forma di consulenza» agli stessi promoter mediante «fatture oggettivamente false». Con questo sistema sarebbero stati danneggiati non solo i fan ma anche la Siae che si è vista non versare i diritti d’autore. Comunque andranno le vie legali, l’udienza è fissata al 25 settembre, il vuoto normativo italiano nel frattempo pare essere stato colmato. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2018 del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 12 marzo di quest’anno diventa operativa la legge contro il secondary ticketing voluta dall’ex ministro Dario Franceschini, inserita come emendamento alla legge di stabilità varata dal Parlamento italiano nel dicembre del 2016.
Il testo riguarda essenzialmente l’utilizzo di bot che fanno incetta di tagliandi sul mercato primario da immettere su quello secondario. Il provvedimento stabilisce che i titolari delle biglietterie ufficiali online debbano essere in grado di distinguere se ad acquistare i biglietti siano persone fisiche o software. Entro fine agosto l’Agenzia delle Entrate, insieme all’Agcm, stabilirà di quali sistemi informatici sicuri dovranno dotarsi i rivenditori del mercato primario. Secondo la legge 232/16 spetterà all’Agcm controllare la vendita online dei biglietti e comminare multe per la vendita sul mercato secondario da 5.000 euro a 180.000 euro sino ad arrivare all’oscuramento del sito internet che abbia violato le norme. Non rischia invece, il privato che rivende un biglietto per un evento a cui non può più partecipare. Se la legge riuscirà a essere applicata, nella giungla sempre più complessa del web, sarà da vedere. Nel frattempo i prezzi dei concerti continuano a volare alle stelle. Dall’Inghilterra però arriva una novità che potrebbe sconfiggere il secondary ticketing. Due giovani laureati hanno messo a punto un software (battezzato Aventus Protocol) che sfruttando la tecnologia blockchain, la stessa su cui si basa il Bitcoin, permette agli organizzatori di un evento di tracciare la proprietà e il prezzo pagato per un titolo di ingresso legandolo con certezza all’identità dell’acquirente. Una prima sperimentazione verrà effettuata in occasione del prossimo Campionato mondiale di calcio in Russia: 10.000 biglietti per gli incontri del torneo verranno distribuiti sui mercati europei attraverso il nuovo sistema e si capirà se può funzionare.