martedì 4 maggio 2010
Nel 2009 sono stati venduti 18 milioni di decoder. Tra due settimane, Rai Due e Retequattro saranno visibili a Milano solo con un decoder per il digitale terrestre Dgtvi: cresce l’offerta e la raccolta pubblicitaria sui canali tematici. Tra maggio e settembre addio al sistema analogico anche in Lombardia e poi nelle altre regioni.
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La famiglia italiana sceglie la televisione digitale. Solo nell’ultimo anno sono stati venduti 18 milioni di decoder: ormai in tre case su quattro è presente un ricevitore ad hoc. I dati illustrati ieri a Milano nel corso della conferenza nazionale organizzata dal consorzio Dgtvi fotografano un’Italia sempre più abituata a usare il telecomando in modo tecnologico, anche se il vero banco di prova sarà quello dei prossimi mesi. In gioco, infatti, c’è il completamento del passaggio dall’analogico al digitale terrestre. Iniziata nel 2008 con la Sardegna e proseguita nel 2009 in altre cinque regioni (tra cui gran parte del Lazio e la città di Roma) l’operazione raggiungerà il momento-clou nel nord Italia il prossimo 18 maggio, quando inizierà una fase transitoria (il cosiddetto switch over) per Lombardia, Piemonte orientale e le province di Piacenza e Parma. Ad esso seguirà lo spegnimento degli attuali canali analogici e il via al digitale terrestre ufficiale (il cosiddetto switch off) da settembre a dicembre, esteso anche a Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria. In particolare, Rai Due e Retequattro tra due settimane chiuderanno il segnale analogico e saranno visibili sin da subito solo da parte di chi si attrezzerà con un decoder per il digitale terrestre o un televisore con decoder integrato.Una nuova offerta per i bambini«A marzo del 2010 gli italiani hanno guardato la televisione più in digitale che in analogico» ha sintetizzato in apertura Alberto Sigismondi di Dgtvi. Nei quattro mercati europei principali (Italia, Spagna, Francia e Gran Bretagna) oltre 79 milioni di famiglie hanno un televisore digitale, 16 milioni delle quali abitano nel nostro Paese. Vecchia tv addio, dunque: si sceglie il digitale terrestre, il satellitare oppure la tecnologia Iptv. Se la domanda cresce, anche grazie a un quadro normativo favorevole, l’offerta va adeguandosi velocemente: i nuovi canali gratuiti diffusi su scala nazionale attraverso la piattaforma digitale terrestre sono una quarantina  e il boom riguarda soprattutto i canali tematici rivolti ai bambini. Le nuove piattaforme garantiscono anche ricavi pubblicitari in ascesa, con in testa proprio l’Italia (+123%) seguita dalla Spagna (+82%) e dalla Francia (+59%). «La piattaforma terrestre è naturalmente predisposta ad accogliere l’eredità generalista e gratuita dell’analogica – ha osservato Sigismondi – e può accogliere con successo anche i modelli a pagamento».È sfida aperta tra i colossiSullo sfondo resta il duello tra Rai e Mediaset da una parte e Sky dall’altra, a cui ha fatto cenno anche il vicedirettore generale della Rai, Giancarlo Leone. La scelta del mancato rinnovo da parte di viale Mazzini dei contratti con l’emittente controllata da Rupert Murdoch, nello scorso agosto, «era incardinata in una visione strategica che oggi ci viene riconosciuta dai telespettatori. Altro che Raiset» ha detto Leone. Mediaset da parte sua ha ricordato gli oltre 3,7 milioni di tessere attive nel mercato pay del digitale terrestre, risposta ai 4 milioni di abbonati di Sky, a testimonianza del fatto che la partita tra i "big" del settore televisivo non potrà che crescere di intensità nei prossimi mesi. Ad aspettare delle risposte non sono solo le decine di televisioni locali interessate agli spazi aperti dalla nuova tecnologia. Sono soprattutto i cittadini del Nord Italia, nei cui confronti saranno messe in campo iniziative mirate di informazione da parte delle istituzioni e degli stessi gruppi televisivi.
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