giovedì 1 dicembre 2016
La fiction diretta da Daniele Luchetti e prodotta da Mediaset racconta il percorso spirituale e umano di Bergoglio lungo 50 anni, dalla giovinezza a Buenos Aires all'elezione al soglio di Pietro
Rodrigo De La Serna è il giovane gesuita Bergoglio nella fiction "Francesco, il Papa della gente" di Canale 5

Rodrigo De La Serna è il giovane gesuita Bergoglio nella fiction "Francesco, il Papa della gente" di Canale 5

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«Con una figura come il Papa c’era il rischio di fare un santino, io ho cercato di evitarlo, mettendomi sulle tracce di un uomo e cercando di raccontare come mai oggi è così, attraverso quali inferni è passato». Così il regista Daniele Luchetti ha presentato oggi a Milano Francesco, il Papa della gente, la prima serie tv al mondo dedicata alla vita del Pontefice che Canale 5 trasmetterà mercoledì 7 e giovedì 8 dicembre prossimi. Un omaggio al Papa che sabato 17 dicembre compirà 80 anni e «un regalo ai telespettatori» ha sottolineato il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri. L’opera del regista Luchetti – in prima visione su Canale 5 e acquistata da Netflix per l’utilizzo streaming in tutto il mondo Europa esclusa – racconta il percorso umano e spirituale durato più di mezzo secolo che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di emigrati italiani in Argentina, all’elezione del 2013 in San Pietro. Ideata, prodotta e totalmente finanziata dal Gruppo Mediaset con 15 milioni di dollari, la serie è stata realizzata da Taodue in 16 settimane di riprese tra Argentina, Germania e Italia, interrogando decine di testimoni, con un cast di attori internazionali e oltre 3.000 comparse. A dicembre dell’anno scorso uscì nelle sale la versione cinematografica Chiamatemi Francesco, venduta poi in 40 Paesi del mondo, e lanciata in anteprima il primo dicembre 2015 in Aula Nervi in Vaticano davanti a 7000 senzatetto. «Un’emozione più grande del festival di Cannes» ha detto Luchetti. «Francesco, il Papa della gente rappresenta per Mediaset una grande sfida sia in termini artistici sia di investimento economico – ha spiegato oggi a Milano Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato Mediaset –. Un’opera di respiro globale che siamo onorati di portar in prima tv nelle case degli italiani. Una storia avvincente, dolce e durissima, che ci fa capire chi è il Papa. Perché è evidente che le sue scelte di oggi sono anche frutto della sua storia di ieri. Cosa ammiro soprattutto di lui? Il grande pragmatismo»


Protagonisti di queste due puntate-evento da 100 minuti ciascuna, un bravo Rodrigo De La Serna, che dà un’aria umana e sofferta al giovane Bergoglio che resiste alla dittatura in Argentina, e il maturo Sergio Hernandez nei panni del cardinale prossimo Papa che rivive in flashback un viaggio umano e spirituale lungo più di mezzo secolo. Si parte dalla giovinezza di Bergoglio, un ragazzo come tanti la cui vita cambia con la vocazione che lo porterà, poco più che ventenne, ad entrare nell’ordine dei Gesuiti. Buona parte della prima puntata racconta i terribili anni della dittatura militare di Videla e dei generali, le torture e gli assassini anche di religiosi e l’importante lavoro che fece l'allora giovane Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina, facendo opposizione, proteggendo prigionieri, aiutando a nascondere oppositori politici. Con esplicita lettera di Giovanni Paolo II, Bergoglio diventa cardinale della capitale Buenos Aires, e dopo le dimissioni di Papa Ratzinger, si prepara al conclave dl 2013 che lo elegge Pontefice. Pur con alcune imperfezioni, la fiction ha un'alta qualità cinematografica e risulta un ritratto sincero e avvincente di papa Francesco, da sempre dedito agli ultimi e ai poveri, capace di rinnovare la Chiesa e il mondo intero.

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