domenica 15 maggio 2016
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CANNES Dopo tanti film storici e drammatici su guerre civili, guerre mondiali e guerre tra mondi, Steven Spielberg torna allo spirito fiabesco di E.T., alle atmosfere che negli anni Ottanta hanno reso epocali tanti film hollywoodiani di intrattenimento per famiglie. Il GGG - Il Grande Gigante Gentile, che il regista ha portato ieri fuori concorso al Festival di Cannes, non sarà un capolavoro come quello che ha trasformato in un’icona il piccolo extraterrestre, ma è un omaggio alla tenerezza e alla poesia, alla comprensione e all’incontro tra persone diverse. Tratto con non poche libertà dall’omonimo romanzo di Roald Dahl, il film (nelle nostre sale il 1° gennaio 2017) racconta la storia di una precoce orfanella di dieci anni, Sophie, rapita una notte da un gigante che non avrebbe dovuto vedere tra le strade di Londra e portata in una terra lontana. Ma a dispetto della sua minacciosa altezza l’uomo, che parla uno stranissimo linguaggio, non è affatto un mostro, tutt’altro. Il suo compito è quello di catturare i sogni da mandare ai bambini e di impedire che i suoi fratelli giganti, molto più grandi di lui, mangino gli esseri umani. Per placare i loro violenti appetiti, Sophie e il gigante buono si rivolgeranno persino alla re- gina Elisabetta II. Così nella prima parte del film, Sophie è la minuscola intrusa nella terra dei giganti, un luogo astratto e completamente ricreato al computer, e nella seconda la fiaba fa irruzione nella realtà, con l’esilarante ingresso del gigante a Buckingham Palace. Se la piccola protagonista ha il volto dell’esordiente Ruby Barnhill, dietro il corpo digitale del gigante, con le sue grandissime orecchie e gli occhi buoni e luminosi, c’è Mark Rylance, attore premio Oscar per Il ponte delle spie, che Spielberg dirigerà anche nel suo prossimo film, Ready Player One. La regina d’Inghilterra è invece interpretata da Penelope Wilton, nota al grande pubblico per il ruolo di Isabel Crawley della serie Downton Abbey. «Nei drammi storici l’immaginazione deve essere messa da parte – dice Spielberg – e utilizzata solo per trovare il punto di vista da cui osservare una scena, mentre in film come questi la fantasia può sbizzarrirsi e creare qualunque cosa. Dopo film come Lincoln e Il ponte delle spie, Il grande gigante buono è stato un progetto molto liberatorio». «Il cuore di questa storia – aggiunge – che come da tradizione Disney mescola avventura, commedia ed elementi spaventosi, è come in E.T. l’incontro tra due persone molto diverse, destinate a compiere insieme un percorso che le farà crescere. Un racconto di formazione completamente privo di cinismo. Sono sempre in cerca di buone storie e a volte ci sbatti contro, come è accaduto a me quando ho letto il romanzo di Dahl ai miei figli ed ho osservato le loro reazioni ». A ben guardare è proprio a Spielberg che assomiglia il gigante gentile cacciatore di sogni, a un gigante di Hollywood che regala le sue visioni a tutto il mondo. Sogni brevissimi, ma capaci di vivere dentro di noi per sempre. «Il mio sogno è quello di creare storie capaci di parlare al mondo interno, di mettere in campo emozioni che tutti possono condividere. Non ho mai diretto una storia d’amore, ma forse questa che unisce il gigante e Sophie, un nonno e una nipotina, è quella che più le si avvicina». E a chi gli chiede se sia ancora possibile credere alla magia in un mondo in cui a pochi chilometri dal tappeto rosso di Cannes migliaia di immigrati soffrono e muoiono, Spielberg risponde: «Peggiore è la realtà in cui viviamo, e più la magia è importante. Una magia che ci regala la speranza di poter cambiare il mondo e che ci arriva proprio attraverso il cinema». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo tanti film storici e drammatici, il regista torna allo spirito fiabesco di “E.T.” con “Il GGG - Il Grande Gigante Gentile”: un mostro buono che farà squadra con la piccola Sophie per salvare tutti gli uomini dai giganti cattivi. «Non ho mai diretto una storia d’amore, ma forse questa è quella che più le si avvicina» IL FILM. Il gigante e la bambina (Ruby Barnhill) in una scena di “Il GGG” (Epa)
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