sabato 8 aprile 2017
Il dg Rai: «Oggi il centro è internet, dobbiamo raggiungerli là. La parola resta centrale: così l’idea della radio»
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Una nuova Area Ragazzi che concentri tutte le parti del settore sotto di sé e un nuovo responsabile entro la fine del mese. Con nonchalance il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha annunciato ieri a “Cartoons on the bay” a Torino la rivoluzione prossima ventura della tv dei ragazzi, forte però dell’importante cammino sin qui percorso. Nessun nome prima del passaggio attraverso il cda Rai, tuttavia indiscrezioni indicherebbero il prescelto in Luca Milano, vicedirettore di Rai Fiction. Il dg Rai spiega ad “Avvenire” la sua visione dell’informazione per i ragazzi: «L’attenzione sarà crescente. Uno dei punti cruciali del servizio pubblico è il rapporto coi ragazzi e con le famiglie. In questo senso abbiamo creato, nell’ambito dell’evoluzione del servizio radio digitale della Rai, Radio Kids. I ragazzi hanno a disposizione un’enormità di altre possibilità, noi dobbiamo accompagnarli al servizio pubblico in maniera più completa. E creeremo una versione del sito Rai Play pensata per i bambini».

Come mai l’informazione per ragazzi riappare in Rai all’interno della radio?

«Perché la parola resta un elemento estremamente contemporaneo, la radio non è stata superata da internet. All’interno di Radio Kids ci sarà di tutto, a partire dall’informazione fino alle fiabe, agli spettacoli teatrali per bambini. Certo, per un editore che nasce televisivo come noi, si fa più fatica ad accettare che il contenuto sia sganciato dal mezzo. Oggi chi ha figli sa che usano solo i tablet: quindi partiamo da lì e non dalla tv».

Ma è così impensabile proporre una finestra informativa per i ragazzi sui canali generalisti?

«Condivido il fatto che occorra pensare a come informare i ragazzi, ma non sui canali generalisti che i ragazzi non sentono propri e, ormai, nemmeno su quelli tematici per bambini: oggi il centro è internet. La tv generalista deve fare in modo che nelle fasce protette ci sia molta attenzione ai contenuti. Ma siccome sempre più bimbi e ragazzi cercano fonti proprie, sia per l’intrattenimento sia per l’informazione, dobbiamo intercettarli lì. Dovremo fare sempre più cose dedicate a loro in luoghi dedicati a loro».

I tg però sono pieni di immagini preoccupanti. Il servizio pubblico che può fare?

«Condivido che questo sia uno dei temi centrali: come posso io genitore preparare i miei figli a quello che sta avvenendo? Bimbi e ragazzi sono i più vulnerabili perché hanno una coscienza in fase di formazione: certe immagini dei tg e certi contenuti imprevisti su internet possono lasciare il segno. Ma come fai a non dare la notizia degli attacchi col gas in Siria? Da parte nostra, cerchiamo di stare attenti quando informiamo. Ma i problemi si risolvono se il bambino non è lasciato solo davanti alla visione e se i genitori hanno la capacità culturale di contestualizzare. Anche se capisco non sia facile, soprattutto per le famiglie che non hanno grandissima dimestichezza col web».

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