venerdì 28 ottobre 2011
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Già adesso il libro viene cuboscannato, figurarsi che cosa potrebbe capitargli da qui a qualche anno. A dire il vero, la pratica attuale non ha nulla di cruento, si tratta soltanto di uno dei tecnicismi – peraltro abbastanza trasparenti e comunque tutti ben spiegati – ai quali Stefano Perego, responsabile della logistica di Amazon per il nostro Paese, fa ricorso durante l’inaugurazione della struttura di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Siamo nel primo centro di distribuzione realizzato in territorio italiano da quella che, al netto delle fluttuazioni di Borsa, rimane la corazzata del commercio online a livello internazionale.Fondata nel 1995 da Jeff Bezos, il 47enne tycoon che molti considerano l’erede ideale di Steve Jobs, l’azienda è sbarcata nel nostro Paese da meno di un anno e poco più di un mese fa il libro (o il cd, il dvd, il videogame, la stampante) ordinato da noi proveniva ancora da uno dei depositi situati poco oltre i confini nazionali, ossia in Francia o in Germania. «La decisione di aprire un centro in Italia è stata presa dalla casa madre a Seattle nello scorso mese di aprile e il 22 settembre il primo pacco spedito da qui è stato consegnato in Sicilia», spiega con comprensibile orgoglio il senior vice president international di Amazon, Diego Piacentini, che per l’occasione sembra propenso a contraddire il tradizionale riserbo con cui la società maneggia cifre e percentuali. Qualche numero, insomma, si riesce a metterlo nero su bianco: ora come ora il centro di Castel San Giovanni si sviluppa su 25mila metri quadrati («Pari a quattro campi di calcio», viene ripetuto con insistenza) e occupa 150 dipendenti, che diventeranno 350 quando gli spazi saranno ulteriormente ampliati e il meccanismo viaggerà a pieno regime. Rapidità ed efficienza sono stati, da subito, i punti di forza di Amazon, nata come fornitissima libreria virtuale e divenuta nel tempo una sorta di emporio del West globalizzato oppure, se si preferisce, la variante chic del buon vecchio catalogo Postalmarket. Capi d’abbigliamento e dispositivi wireless, gioielli etnici e leccornie cosmopolite: sull’home page del sito americano si trova di tutto, compresi ovviamente gli ebook da scaricare su Kindle, il lettore di testi elettronici che ha di recente compiuto un vistoso balzo evolutivo trasformandosi in tablet. È il Kindle Fire, del quale molto si parla come convincente alternativa a basso costo rispetto all’iPad targato Apple. Tutta questa dotazione digitale per ora non è disponibile su Amazon.it, versione nostrana dell’originale .com, anche se l’attesa – lascia intuire il country manager per l’Italia, Martin Angioni – potrebbe essere meno lunga di quanto paventato dagli immancabili tecno-entusiasti. Per il momento, dunque, a Castel San Giovanni i libri sono ancora oggetti cartacei, con un loro ingombro ben definito. Per questo, quando arrivano al centro, vengono cuboscannati, vale a dire codificati attraverso una serie di parametri “tridimensionali”, ai quali si aggiunge il peso di ciascun articolo. «In questo modo è più facile predisporre le procedure di packing», commenta puntiglioso Perego, che per una volta non ha bisogno di tradurre: sì, sta parlando del pacchetto con la freccetta color ocra che poi ti arriva a casa.E quando l’ebook avrà vinto la battaglia contro la carta? Quelli di Amazon non si perdono d’animo. Oggi, dicono, gli scaffali di Castel San Giovanni si sviluppano su tre chilometri e sono stipati non solo di best seller, libri illustrati e titoli di catalogo, ma anche di blue-ray, fotocamere, confezioni di Lego e tanto altro ancora. Fra tre o quattro anno potrebbero ospitare scarpe, t-shirt, prodotti tipici e nuovi, inimmaginabili gadget elettronici. L’importante è che si legga, il supporto è un dettaglio, aggiungono i dirigenti. E uno pensa che va bene non essere pessimisti per partito preso, ma anche con l’ottimismo, forse, sarebbe meglio andarci piano.
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