martedì 17 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Da pilota di Formula 1 ha corso con la Ferrari e vinto un GP in Canada proprio nel giorno del suo compleanno. Poi le strade si sono separate e dopo Benetton, Prost, Jordan, per Jean è arrivato il momento di passare il casco al figlio Giuliano che ora, ad appena 16 anni, partecipa alle gare del mondiale GP3 al volante di una Dallara Renault del team Trident diretto da Maurizio Salvadori. Giuliano è forse il pilota più giovane della FDA, Ferrari Driver Academy. Ma perché Jean Alesi ha affidato il figlio a questa struttura? «Per la semplice ragione che io con la mia esperienza potevo arrivare fino a un certo punto. Potevo dare delle indicazioni, portarlo in macchina con me e fargli vedere le traiettorie, come salire su un cordolo; invece alla FDA lui ha un ambiente attorno che gli insegna tantissime cose, ciò che io da solo non posso fare». «Ad esempio l’uso del simulatore, che io non ho a casa per ovvie ragioni, le lezioni di teoria con un ingegnere, tra l’altro bravissimo, che spiega ai ragazzi i segreti della meccanica e le regolazioni varie, la corrispondenza fra una scelta tecnica e il risultato in pista, l’allenamento fisico e mentale, con istruttori professionisti: quella della Ferrari è una scuola a tutti gli effetti dove si impara a diventare campioni se hai la stoffa». Ci può fare qualche esempio, in proposito? Suo figlio Giuliano, 16 anni appena, è già in un mondiale GP3, ma non è un po’ presto? «No perché deve fare esperienza, capire e conoscere le piste, confrontarsi con quelli più bravi. Sta crescendo, se avrà i numeri spero di vederlo in azione nel mondiale, per me è stata una grande emozione vederlo schierarsi in Spagna in un week end dove c’era la Formula 1: mi sono emozionato e anche spaventato nei primi giri con la partenza e tutto quel rumore... Adesso capisco mio padre quando correvo io…». Lei ha lavorato alla Ferrari in passato, come valuta l’attuale FDA? «Devo dire che hanno fatto dei grossi cambiamenti, hanno modificato la struttura, i programmi, l’impegno di chi ne fa parte. Davvero molto bello e professionale, avessi avuto io ai miei tempi queste strutture sarebbe stato diverso. Per i piloti di oggi, giovani e con macchine così complicate, è una base necessaria. Spero che spunti un campione un domani, di certo c’è che l’impegno chiesto è altissimo. Mio figlio vive a Modena ed è ospite di un grande amico, Luigi Montanini, detto Pasticcino. Lo porta al mattino alla Ferrari e poi lo riporta a casa la sera dopo lo studio. Io stesso, parlando con mio figlio, mi rendo conto che il suo livello di conoscenze tecniche è aumentato. Una volta dovevo spiegargli tutto, oggi quando si parla di tecnica ci manca poco che insegna lui a me e questo è merito della FDA, lo vedo con i miei occhi quanto è cambiato. Spero possa diventare un campione, ma per quello c’è tempo». Paolo Ciccarone © RIPRODUZIONE RISERVATA A soli 16 anni, al volante di una Dallara Renault, corre nel mondiale Gp3 e frequenta la Ferrari Driver Academy Jean Alesi
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: