venerdì 21 marzo 2014
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Ci sono voluti cinquant’anni per decidere ma ora, allo scoccare dell’edizione cinquantuno, la Fiera del Libro per ragazzi di Bologna a sorpresa fa il gran passo, storico, di consentire finalmente anche a bambini e ragazzi la goduriosa immersione nella marea dei libri a loro dedicati. Giocando persino d’anticipo perché da domani fino a giovedì 27, questa è la grande novità 2014, l’intero Padiglione 33 si apre ai ragazzi e alle famiglie con la prima edizione della Settimana del libro e della cultura per i più giovani all’insegna di uno slogan che riprende il titolo di un libro di Alison Lurie Non ditelo ai grandi. Una immensa libreria con 25 mila titoli tutti da toccare, sfogliare, leggere e desiderare, scenario perfetto a oltre un centinaio tra incontri con autori e illustratori, presentazioni, convegni e laboratori. Da lunedì invece la Fiera vera e propria, vetrina e mercato del mondo editoriale junior, con 1.200 editori da 74 Paesi, il Brasile ospite d’onore e un’altra buona notizia: i dati Nielsen-Aie che sempre ne precedono l’apertura dicono che il settore, discretamente florido, nel 2013 ha chiuso con un +3,1% a fronte di una perdita del 6,5% del mercato complessivo del libro. Dunque da queste parti, sembra, la crisi è stata meno catastrofica che altrove. Come spiega Francesca Archinto, coordinatrice del gruppo editori per ragazzi dell’Aie, oltre che direttore editoriale di Babalibri, «merito anche del lavoro di squadra che editori, scuole, biblioteche e librerie hanno saputo intrecciare, per sostenere progetti comuni di promozione della lettura e fare in modo che sempre più bambini abbiano a che fare con i libri. Iniziative come Nati per leggereAmo chi legge, hanno dato ottimi frutti, anche se si tratta di un’alleanza difficoltosa. Scuola e biblioteche non hanno soldi e finiscono per aggrapparsi alle famiglie». Le quali, per quanto consapevoli che il libro di carta come il gioco debba accompagnare la crescita dei bambini, hanno budget sempre più risicati. A cui il mercato si è adeguato: cercando di contenersi sotto tanti aspetti, soprattutto in quantità. Il che non è affatto un male. Anzi, è confortante vedere titoli e autori di valore, pluripremiati e di grande successo, ritornare in gioco in vesti più semplici, in collane economiche come sta succedendo con Le Nuvole San Paolo o con la collana Bababum, formato ridotto tascabile in brossura, a 5,80 euro, di alcuni degli albi più belli e amati dai piccoli. Una strategia che la storica E.Elle triestina ha imboccato da alcuni anni. Una per tutte La Collana dei Piccoli dove vengono convogliati i migliori testi a catalogo a un prezzo basico di 6,90 euro. Risultato: 350 mila copie vendute in quattro anni. Ma, poiché l’attenzione ai prezzi non può erodere la qualità, per tutti è giocoforza investire su nuovi titoli, autori collaudati o emergenti e giovani illustratori. Magari con scelte oculate e ridotte numericamente. Maria Grazia Mazzitelli, editor di Salani racconta la nuova prospettiva: «Non è più tempo di buttare tanti libri sul mercato, bisogna ridurre i titoli e concentrare lì tutte le energie commerciali e di comunicazioni perché quelli abbiano una vita più lunga possibile. Le spese di produzione sono altissime e quando le prenotazioni dei librai sono basse, pubblicare diventa un rischio». Insomma il mercato è complicato, ma navigare si deve. Così mentre c’è chi torna a scommettere sul settore, come Jaca Book che, dopo un rallentamento riparte con un catalogo nutrito, altri puntano sul cambiamento, come Il Battello a Vapore Piemme, «arrivando alla Fiera – lo spiega l’editor Alice Fornasetti – con il proprio logo rimodernato per la serie in brossura e un progetto di firme a chilometri zero, nomi eccellenti made in Italy, di autori importanti, patrimonio della nostra letteratura». Altri ancora, spesso i più piccoli, sfidano il mercato come Carlo Gallucci, «non abbassando i prezzi, ma alzando ancora di più l’ambizione e la qualità, per dare ai lettori libri sempre più ricchi, gratificanti e coinvolgenti. Tagliando tutte le spese non direttamente legate al valore del libro, ma non risparmiando un centesimo sulla qualità dei materiali, sui diritti, sui disegni».E uguali a se stessi, editori di nicchia, restano tenacemente a Orecchio Acerbo, «senza cercare libri facili e accattivanti – come sottolinea Fausta Orecchio di Orecchio Acerbo – rispettando i lettori che si aspettano coerenza con il nostro progetto. Anche se la crisi ci colpisce, soprattutto nella forte presenza delle librerie di catena che puntano esclusivamente sui best seller e ignorano i piccoli». Qualche volta invece c’è un bingo che spinge il vento in poppa. È il caso de Il Castoro dove, l’aiutino di un best seller come Il diario di una schiappa – caso editoriale mondiale che in Italia, con i sette volumi della serie ha venduto 2 milioni di copie – «è stata la risorsa che ha permesso di accrescere la sperimentazione e la qualità del catalogo», spiega il direttore editoriale Renata Gorgani. «E di vendere anche con i libri nuovi. Strano? Forse, ma abbiamo lavorato sodo cercando titoli innovativi sui cataloghi altrui, scovandoli all’estero e investendo anche sulla fascia 0-5 anni». Il piccolo eldorado, terra di conquista che, grazie alle peppe pig, alle pimpe e i geronimi stilton, promette nuovi bingo.
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