martedì 4 ottobre 2022
L'Aimas, tra i cui fondatori c'è il francescano, mette in relazione le ricerche aerospaziali con la medicina quotidiana. Un convegno a Reggio Calabria racconta le ricadute sulla lotta all'Alzheimer
L'omaggio a padre Gemelli, pioniere della medicina aeronautica il 9 dicembre del 1964. Al tavolo il ministro della difesa Giulio Andreotti. In piedi il generale Tommaso Lomonaco, presidente dell'Aimas

L'omaggio a padre Gemelli, pioniere della medicina aeronautica il 9 dicembre del 1964. Al tavolo il ministro della difesa Giulio Andreotti. In piedi il generale Tommaso Lomonaco, presidente dell'Aimas - Aimas

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Sulla scia di padre Agostino Gemelli e degli altri pionieri della medicina aeronautica italiana per spiegare come la ricerca scientifica in campo aerospaziale può dare un contributo rilevante alla comunità. È il caso dello studio condotto da una squadra di ricercatori sul fronte dell’orientamento spaziale che sarà tra i temi portanti del XXXII Convegno nazionale dell’Associazione italiana di medicina aeronautica e spaziale (Aimas) che si svolge a Reggio Calabria dal 5 al 7 ottobre.

«È un aspetto molto importante per i nostri piloti - spiega la tenente colonnello medico dell’Aeronautica Paola Verde, segretario generale dell’Aimas -. Da un lato individui con Dte, cioè disorientamento topografico evolutivo, e dall’altro piloti militari che con le loro straordinarie abilità visuo-spaziali rappresentano l’estremo opposto nonché il campione ideale per studiare la navigazione ambientale».

Un gruppo di ricercatori della Sapienza, in collaborazione con alcuni specialisti dell’Irccs San Raffaele di Roma, dell’Università dell’Aquila, del Reparto di medicina aeronautica e spaziale di Pratica di Mare, dell’Irccs Fondazione Santa Lucia, dell’Università di Catanzaro e di quella di Bologna, hanno evidenziato la diffusione del Dte in Italia, finora erano stati descritti solo singoli casi con questo disturbo. «Lo studio è stato condotto su 1.698 persone, di cui 1063 uomini, senza disturbi neurologici e o psichiatrici, di età compresa tra 18 e 35 anni e con una media di 14,8 anni di istruzione a tempo pieno» sottolinea la professoressa Laura Piccardi di Sapienza. «È emerso che circa il 3 per cento delle persone è affetto da disorientamento topografico evolutivo - aggiunge il tenente colonnello Verde -. Nella navigazione sono coinvolti numerosi processi cognitivi come la capacità di spostarsi da un luogo all’altro, seguendo percorsi familiari ed evitando di perdersi in ambienti nuovi e familiari. Si tratta di processi che includono meccanismi come la memoria, le immagini mentali e l’attenzione alle caratteristiche dei luoghi. Una ricerca questa che insieme allo studio delle modalità di orientamento spaziale dei piloti militari potrebbe aiutare a comprendere e a contrastare malattie come l’Alzheimer».

Un passo in avanti frutto di un cammino iniziato dall’Aimas settant’anni fa: «Dopo due anni di assenza, dovuta alla pandemia, tutte le figure professionali sanitarie che si occupano di aeronautica e spazio possono finalmente confrontarsi e dibattere dal vivo, di casi clinici specifici, di nuovi regolamenti, di ricadute sul mondo aeronautico delle più recenti scoperte scientifiche - rileva il generale ispettore capo in ausiliaria Enrico Tomao, presidente dell’Aimas -. Questo appuntamento resta unico nel panorama sanitario italiano, così come unica resta la medicina aerospaziale che rappresenta il solo anello di congiunzione tra la medicina tradizionale con le sue tante discipline ed il mondo del volo».ù

Era il 30 maggio 1952 quando l’Associazione italiana di medicina aeronautica (Aima) nasceva il 30 maggio 1952. Poi si completava con la connotazione 'spaziale' nel 1963. Fu il futuro generale Tomaso Lomonaco che a Venezia, nel Salone delle Colonne di Cà Giustiniani, dopo aver ricevuto il consenso del capo del servizio sanitario aeronautico, Gennaro Pera, riunì un gruppo di medici aeronautici per dare vita all’Aimas. Un’associazione che si prefiggeva «lo scopo di incrementare e coordinare gli studi e le ricerche di medicina aeronautica nonché di collegare e rafforzare le relazioni con altre Società similari, con istituti universitari ed enti scientifici sia in Italia che all’estero.

Nella prima assemblea parteciparono i più autorevoli medici aeronautici del tempo tra i quali Rodolfo Margaria, direttore dell’Istituto di fisiologia umana dell’Università di Milano; Emanuele Scavo, titolare di Anatomia chirurgica alla Sapienza; Anna Maria Di Giorgio, direttrice dell’istituto di fisiologia umana dell’Università di Torino e molti altri. Lomonaco quell’anno venne eletto segretario generale mentre la Rivista di Medicina Aeronautica, edita dal ministero dell’Aeronautica, diventò l’organo ufficiale dell’Aima.

Altra tappa storica fu il V Congresso di medicina aeronautica che si tenne dal 20 al 23 settembre del 1953 a Napoli, di cui padre Gemelli fu nominato presidente onorario. Erano gli anni della guerra fredda e del mondo diviso in due blocchi contrapposti, tra Usa e Urss impegnati nella corsa verso la conquista dello spazio, ma soprattutto della Luna. Studiare quindi le capacità psico-fisiche e l’addestramento dei piloti anche dal punto di visto del "fattore umano" diventò fondamentale.

Settant’anni dopo l’Aimas, che trae le lontane origini nelle prime intuizioni, osservazioni e ricerche di grandi nomi della fisiologia italiana dell’inizio del secolo scorso e su questo primo filone ha progressivamente innestato il crescente contributo degli ufficiali medici del corpo sanitario aeronautico nei Centri studi e ricerche, negli Istituti medici legali e nei reparti dell’Aeronautica militare. «La duplice radice militare e civile continua ad essere rappresentata nell’Aimas che - conclude Tomao - resta custode ed erede delle storiche e pionieristiche attività aeromediche in Italia e punto di riferimento per quanti, sia in ambito militare che civile, coltivino interessi scientifici biomedici e di lavoro in ambito aeronautico e spaziale».

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Sei sessioni di studio, oltre 40 interventi e decine di casi studio che riguarderanno altrettanti aspetti del volo sotto il profilo medico-scientifico. Una tre giorni che dal 5 al 7 ottobre vedrà a Reggio Calabria l’arrivo di professori universitari, ufficiali medici, piloti, esperti e ricercatori da tutta Italia per partecipare al XXXII Convegno Nazionale dell’AIMAS, l’Associazione Italiana di Medicina Aeronautica e Spaziale. Dopo la prima sessione dedicata alla Medicina Regolamentare il Congresso si aprirà con il saluto delle autorità civili, militari ed ecclesiali e con la consegna del Premio scientifico “I Guidoniani”. Alla Lectio Magistralis incentrata sulla figura di Fulco Ruffo di Calabria, seguirà il Concerto dell’Orchestra del Liceo musicale “Gulli” diretta dal Maestro Cettina Nicolosi. Il 6 ottobre gli oltre 200 partecipanti dedicheranno un momento di ricordo al generale ispettore capo del Corpo Sanitario Aeronautico Manlio Carboni recentemente scomparso. Poi si entrerà nel vivo dei lavori con le sessioni dedicate alla sicurezza del volo, alla medicina aerospaziale, agli aspetti neurofisiologici e neuropsicologici delle Neuroscienze aerospaziali.

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