venerdì 20 maggio 2016
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Partiamo da una premessa: rimanere incinta a sedici anni e portare in fondo la gravidanza è di per sé un fatto più che positivo. Magari le ragazze e i loro fidanzati fossero tutti disposti ad accogliere un figlio arrivato “accidentalmente”. Ma da qui ad apprezzare il docu-reality 16 anni e incinta ce ne corre. Il programma sembra comunque incontrare i favori del pubblico, soprattutto di quello giovanile, visto che Mtv se l’é portato dietro in questa nuova collocazione sul 133 della piattaforma Sky dopo aver venduto alla stessa Sky il proprio canale 8 del digitale terrestre. Il format arriva dall’America dove va in onda dal 2009 con il titolo 16 and pregnant. Lì si dice che la visione abbia contribuito a ridurre le gravidanze precoci. Lo stabilirebbe una ricerca del National bureau of economic. Qui in Italia non sappiamo, ma intanto siamo alla terza stagione. Ogni volta ci vengono proposte le storie di ragazze che raccontano la loro maternità negli ultimi mesi di gravidanza fino al parto e anche dopo, facendo i conti con le difficoltà, i dubbi, le rinunce, le responsabilità, ma anche con le emozioni e la felicità del momento. In questa tornata, dal 16 maggio, ogni lunedì alle 21.10 con repliche durante la settimana, tocca a Giorgia, Veronica, Denise, Mirka e Asya. La loro età varia dai sedici ai diciannove anni. Va anche detto che in almeno un caso la gravidanza è stata portata avanti solo perché scoperta troppo tardi per poter essere interrotta. In un altro caso la coppia di giovanissimi ha rinunciato all’aborto all’ultimo momento. In un altro caso ancora i ragazzi sono andati addirittura contro i genitori che consigliavano l’interruzione. Insomma, situazioni per certi versi molto diverse tra loro, ma anche molto simili nel mostrare spesso l’inadeguatezza di questi padri e madri in erba, la loro immaturità, ma soprattutto quella dei loro genitori. Confermata dal fatto che ragazze poco più che bambine accettano (con il consenso dei genitori appunto) di farsi seguire dalle telecamere per mesi, anche nel momento più privato, intimo, sofferto e bello come il parto. Da spettatori interessati alla vita ci potremmo accontentare del fatto che ancora ci commuove vedere un neonato che viene alla luce, ma resta il dubbio che una tv del genere, con tutte le paranoie che ci propone, possa servire a qualcosa se non a fare ascolto. © RIPRODUZIONE RISERVATA schermaglie
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