mercoledì 1 marzo 2017
Il popolare attore porta in scena al Franco Parenti di Milano “Ritratto di un genio”, un gioco artistico che intreccia musica, biografia e poesia: «Così racconto Amadeus»
Giuseppe Cederna a teatro nei panni di Mozart (foto Marco Caselli)

Giuseppe Cederna a teatro nei panni di Mozart (foto Marco Caselli)

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Un clown, maschera allegra e tragica, alla ricerca del suo alter ego: Wolfgang Amadeus Mozart. Se poi quel clown è Giuseppe Cederna, uno degli attori italiani più stimati, indimenticabile protagonista del film premio Oscar di Gabriele Salvatores Mediterraneo la faccenda diventa ancora più intrigante. «Anche perché con questo nuovo lavoro torno alle mie origini di clown di strada degli anni ’70», racconta Cederna durante le prove di Mozart ritratto di un genio che debutta questa sera al Teatro Franco Parenti di Milano per poi andare in tournée. Il monologo, con la regia di Ruggero Cara, supportato da Elisabeth Boeke, secondo le intenzioni dei registi «intreccia musica, biografia e poesia alla ricerca del mistero del genio attraverso il gioco della creazione», portando in scena due Mozart. Il pianista Sandro Donofrio che interpreta 22 estratti musicali del compositore, a partire dai primi concerti per pianoforte composti a 5 anni sino al Flauto Magico e al Don Giovanni, e l’attore che cerca il suo personaggio addentrandosi in un viaggio imprevisto, esilarante e commovente tra biografia e arte. «Tutto nasce dal fatto che 30 anni fa fui scelto da Umberto Orsini per interpretare Amadeus nell’omonimo testo di Peter Schaffer , da cui fu tratto il film di Milos Forman – racconta Cederna –. Per prepararmi lessi il saggio dello studioso svizzero Wolfgang Hildesheimer, forse il più grande biografo di Mozart. E scoprii per caso che aveva una casa in Valtellina, dove sono nato, e che era amico di mio padre. Corsi subito a trovarlo». L’incontro tra il giovane attore e l’anziano professore è folgorante. «È impossibile comprendere una una figura del passato e tantomeno un genio se non si sia mai fatto un tentativo di comprendere se stessi» scriveva Hildesheimer che, consapevole dell’impossibilità di incasellare il genio in alcuna definizione, concludeva che «Mozart era un mistero anche per se stesso». E sul concetto del genio “inafferrabile” dell’enfant prodige che rivoluzionò la musica mondiale ha lavorato Cederna quando un anno fa venne contattato per celebrare con uno scritto i 100 anni dalla nascita di Hildesheimer in Svizzera. «Questo attore è un clown che, dapprima timidamente, poi sempre più disinvolto si misura col personaggio, si veste da Mozart, e racconta frammenti della sua vita », aggiunge. Scorrono così i viaggi in Europa del piccolo Amadeus, l’incontro con Goethe, la morte della madre, figura fondamentale nella sua vita, i trionfi come virtuoso nella Vienna negli anni 80 del ’700. «Poi l’oblio e la morte in povertà nonostante avesse composto capolavori come Don Giovanni e le Nozze di Figaro – aggiunge l’attore –. E questo per la sua libertà. Mozart non si piegava alle convenzioni del tempo, non abbassava la testa di fronte ai potenti. Ma, nonostante tutto, non si lamenta mai e mantiene sempre un atteggiamento positivo e gioioso nei confronti della vita». E per dar vita al Mozart irrefrenabile, buffone, infantile, virtuoso, capace di affrontare amori, successi, umiliazioni sempre con una invidiabile energia vitale, Cederna ha rispolverato tic, acrobazie, sberleffi e trucchi di quando, abbandonati gli studi di biologia, scelse la libertà dell’arte di strada. «È un passato di cui vado molto fiero – spiega –. Ero bruttino ed insicuro, e invece attraverso la clownerie imparai a scoprire il mio corpo, a capire che potevo far ridere e anche conquistare le ragazze con la simpatia». Un clown cresciuto come uomo e che 30 anni dopo affronta di nuovo Mozart con più maturità. «Oggi ad esempio so cosa vuol dire la morte di un padre e quando porto in scena il dolore di Amadeus per la morte del suo immenso punto di riferimento, quel dolore è anche mio».

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