mercoledì 12 aprile 2017
A 50 anni dalla della scomparsa del grande Antonio de Curtis, avvenuta il 15 aprile 1967, la sua città gli dedica la prima grande antologica attraverso foto, filmati, costumi di scena, locandine
Totò con il barbone nano Peppe, 1956 (Collezione Nicolò Borghese)

Totò con il barbone nano Peppe, 1956 (Collezione Nicolò Borghese)

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In occasione del cinquantenario della scomparsa del grande Antonio de Curtis, in arte Totò, avvenuta il 15 aprile 1967, e nell’ambito delle celebrazioni che si terranno in suo ricordo, la città di Napoli ospita la mostra monumentale Totò Genio, voluta dall’Associazione Antonio de Curtis, promossa e co-organizzata dal Comune di Napoli in collaborazione con le maggiori istituzioni culturali del paese, l’Istituto Luce, il Polo Museale della Campania – Palazzo Reale, la Rai, Siae, con il contributo di Rai Teche e dell’Archivio Centrale dello Stato.


La mostra ospitata a Napoli è la prima grande antologica dedicata a Totò e vuole mettere in luce la grandezza di uno dei maggiori interpreti italiani del Novecento: un viaggio indietro nel tempo, attraverso l’arte universale di una figura poliedrica , uno dei maggiori artisti italiani, simbolo dello spettacolo comico in Italia, attore di teatro e di cinema (sono 97 i film da lui interpretati) ma anche poeta e autore di canzoni. Tre i luoghi prescelti per raccontare Totò: il Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino), Palazzo Reale e il Convento di San Domenico Maggiore. All’interno si snoda il percorso delle mostre nella mostra, che ripercorrono e raccontano attraverso centinaia di documenti tra fotografie, filmati, costumi di scena, locandine di film, interviste, disegni, riviste e giornali d’epoca, spezzoni cinematografici e televisivi, manoscritti personali, lettere, cimeli e materiale inedito, la vita e l’arte del principe Antonio de Curtis.


"Genio tra i geni" al Maschio Angioino

La mostra ospitata nella Cappella Palatina del Museo Civico di Castel Nuovo ripercorre e racconta il rapporto tra Totò e i grandi della cultura del Novecento. L’esposizione inizia con i disegni che Federico Fellini dedicò a Totò, i disegni realizzati negli anni ’50 da Ettore Scola per la rivista satirica Marc’Aurelio e gli oltre trenta schizzi di Pasolini per La terra vista dalla luna, episodio del film Le streghe (1967) interpretato da Totò. Una selezione di interviste a personaggi di spicco della cultura e dello spettacolo. Tra i tanti: Eduardo e Peppino De Filippo, Ugo Tognazzi, Dario Fo, Achille Bonito Oliva, Roberto Benigni, Andrea Camilleri, Carlo Verdone, Fiorello. Esposti i disegni di fumettisti celebri come Crepax, Pratt, Manara, Onorato e Pazienza, e l’opera di Mimmo Paladino Posti in piedi…a prescindere ispirata alla figura di Totò. Sono esposti infine documenti e carteggi, come quelli di Pasolini e Zavattini.


“Totò, che spettacolo!” a Palazzo Reale

Nella sala Dorica di Palazzo Reale viene analizzato il rapporto tra Totò e le arti: costumi di scena originali, filmati e installazioni multimediali. Al centro il baule di scena, che Totò portava sempre con se nei teatri e nei set cinematografici. Sono esposte anche quattro poesie inedite che mettono in luce il Totò più intimo e lontano dai riflettori e dall’immagine di Principe
della risata,
quello che rifugiava sentimenti e sensazioni nella poesia o nelle canzoni.


“Dentro Totò” al Convento di San Domenico Maggiore 

In questa parte viene raccontato un Totò più “privato”, attore grandissimo e uomo fragile. In questa parte della mostra viene raccontato il suo grande amore per Franca Faldini, compagna degli ultimi quindici anni di vita. Il suo legame con Napoli, attraverso un filmato eccezionale che mostra un inedito Totò nella veste di Cicerone che illustra a dei turisti “Napule” a’riggina. E ancora il suo grande amore per gli animali, in particolare per i cani, per i quali Totò provava un affetto sincero e incondizionato. La sezione Totò e la pubblicità lo racconta testimonial di prodotti come la Lambretta o i Baci Perugina.


Nessuno mi ricorderà è la frase con cui, pochi giorni prima della sua scomparsa, Totò chiuse un’intervista. In questa parte della mostra vengono raccontati i suoi funerali, che furono tre, il primo a Roma, il secondo a Napoli e il terzo nel Rione Sanità a Napoli, in cui era nato, attraverso fotografie, filmati storici provenienti dall’Archivio Luce e dalla Rai, giornali e ricordi.


La mostra si chiude con Totò e il cinema, allestita nel Piccolo Refettorio, dove sono esposti manifesti, locandine e fotobuste dei 97 film che hanno visto protagonista Totò e che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico.

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