sabato 11 dicembre 2021
Nell’ultimo libro, postumo, il critico da poco scomparso riesce a raccontare lo scrittore e il suo mondo letterario (a 30 anni dalla morte) attraverso le interviste e i suoi articoli di giornale
Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli - Effigie

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In quello che è il suo ultimo libro, consegnato poco prima di un malore da cui non si è più ripreso, Fulvio Panzeri, scomparso alla fine di ottobre, ha fatto a Pier Vittorio Tondelli un grande regalo: gli ha restituito la voce. Nel volume Viaggiatore solitario. Interviste e conversazioni 1980-1991 ('Tascabili' Bompiani, pagine 430, euro 14,00) Tondelli figura come autore e Panzeri quale curatore, ma naturalmente è di Panzeri il progetto di una ricognizione dell’opera tondelliana attraverso le parole dello scrittore disperse in quotidiani e periodici. Il libro è una raccolta di grande interesse e rappresenta un’occasione preziosa per interrogarsi sul valore del lavoro di Tondelli a trent’anni dalla morte, avvenuta il 16 dicembre 1991 a 36 anni. A partire dall’esordio scandaloso dei racconti di Altri libertini (1980) fino all’ultimo, intenso romanzo, Camere separate (1989), l’opera di Tondelli costituisce un’esperienza centrale nel panorama della letteratura italiana dell’ultimo mezzo secolo sia da un punto di vista storico e sociologico, come ritratto di una generazione, sia per le sue qualità prettamente artistiche. Le ragioni di tale centralità sono molteplici. Tondelli è uno scrittore fortemente innovativo, innanzitutto per le sue scelte di poetica (una letteratura aperta alla contaminazione con diversi ambiti artistici: dalle arti figurative al cinema, dalla musica leggera al fumetto), poi per la capacità di restituire con i suoi libri un’idea precisa, pur se articolata e soggettiva, di che cosa sono stati gli anni Ottanta ( Un weekend postmoderno è una piccola, grande 'enciclopedia' di quel decennio). È uno scrittore molto italiano, ma al contempo europeo: i suoi romanzi sono spesso ambientati in Italia (a Bologna, Milano, Roma, Rimini, in provincia), ma la scena si sposta di sovente nelle grandi capitali europee (Londra, Berlino, Madrid ecc.) e per i suoi personaggi l’Europa del Nord è un mito al pari dell’America. Di molti (giovani) italiani testimonia così una tipica inquietudine: la dialettica provincia/metropoli, periferia/ centro, Italia/mondo (cioè tra desiderio di fuga e richiamo delle origini). È uno scrittore giovane che piace ai giovani (non solo a quelli della sua generazione: il gradimento continua), di cui ha rappresentato la vita, i problemi, gli amori, le ansie, gli entusiasmi, le frustrazioni, i gusti, la lingua. Inoltre non si è chiuso tra le sue sudate carte, ma ha sempre avuto attenzione al mondo della creatività giovanile. Per esempio con il 'Progetto Under 25', grazie al quale molti giovani hanno esordito in narrativa. Infine ha incarnato l’icona di una generazione maledetta, tragicamente tentata dal mito dell’autodistruzione. Tutto ciò emerge dalle conversazioni con critici e giornalisti (la più lunga delle quali, con lo stesso Panzeri, chiude il volume), in cui lo scrittore appare disponibile all’incontro e al confronto. Ma un altro grande dono che fa Fulvio Panzeri al lettore è la sua introduzione al volume, un saggio che per certi versi sembra una summa delle cure critiche ed editoriali che egli ha riservato a Tondelli nel corso degli ultimi trent’anni. Lo studioso evidenzia come per l’autore emiliano la scrittura non fosse un lavoro come un altro, bensì una vocazione intima, profonda, che aveva a che fare con la dimensione esistenziale. Individua poi la peculiare cifra della poetica tondelliana nel fecondo rapporto che si instaura in ogni suo libro tra osservazione del reale (realismo) e finzione letteraria (immaginazione). Proprio in virtù di tale continua relazione tra questi due poli, Tondelli, afferma Panzeri, «è scrittore anche quando scrive per i giornali, tanto che l’etichetta del giornalista non gli si addice o comunque lui non la trova consona rispetto alla prospettiva che ha adottato nel suo viaggiare solitario, in giro per la provincia italiana, nelle capitali europee, lontano, sulle strade dei propri miti».

A Reggio e a Correggio due giorni di incontri​​

Correggio, la città di Tondelli (in provincia di Reggio Emilia), tributa al suo illustre concittadino un omaggio oggi e domani. La rassegna si intitola 'Pier Vittorio Tondelli (che) non era invidioso'. Lo scrittore, infatti, cominciò molto presto a dedicarsi alle scritture di giovani ed esordienti, aiutandoli a pubblicare in quanto curiosità, generosità e assoluta mancanza di invidia erano i suoi tratti distintivi. Questa mattina Gino Ruozzi coordina il 'XXI Seminario Tondelli', con le relazioni di giovani studiosi, mentre nel pomeriggio si proseguirà con gli interventi di Gabriele Romagnoli, Marco Belpoliti, Roberto Carnero e dello stesso Ruozzi. In serata al Teatro Ariosto di Reggio Emilia si svolgerà un dialogo in pubblico tra Romagnoli, Antonio Spadaro e Luciano Ligabue. Domani mattina presso il ridotto del Teatro municipale Valli si svolgerà una tavola rotonda con Romolo Bugaro, Guido Conti, Giuseppe Culicchia, Paolo di Paolo, Simonetta Sciandivasci. Per il programma completo: https://eventi. comune.re.it /2021/11/pier-vittorio- tondelli-non-erainvidioso/. (Redazione Agorà)



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