sabato 31 luglio 2021
La nuotatrice romana si arrende solo alle "marziane" Ledecky e Titmus nella finale degli 800 stile libero. Prima medaglia della storia per il pugilato femminile
Mauro Nespoli, argento nel tiro con l'arco

Mauro Nespoli, argento nel tiro con l'arco - Ansa

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Un argento e tre bronzi. Il medagliere dell'Italia ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sale a quota 24. L'Italia quindicesima nel medagliere e al settimo posto della classifica generale dopo l'Australia, che ne ha ottenute 26.

Sul secondo gradino del podio sale Mauro Nespoli nel tiro con l'arco. Percorso netto fino alla finale, dove era partito in vantaggio fino al 3-1 col turco Mete Gazoz che poi ha piazzato una serie di 10 a bersaglio e ha​invertito la rotta della sfida, prendendosi l'oro e lasciando l'argento all'azzurro. L'azzurro Antonino Pizzolato è medaglia di bronzo del sollevamento pesi categoria -81 kg: ha alzato 165 allo strappo e 200 allo slancio, per un totale di 365 chili. C'è poi anche un altro azzurro medagliato, anche se a posteriori: è il canottiere Bruno Rosetti, positivo al Covid un'ora prima della sua finale del quattro senza e sostituito prima che i compagni andassero al bronzo. Il Coni aveva chiesto di riconoscere la medaglia anche a lui, il Cio ha detto sì.

Gli altri due bronzi sono per due donne: un’abitudine sempre più diffusa in questi Giochi per i colori azzurri. Le prime due medaglie della giornata olimpica arrivano dal nuoto e dalla boxe grazie a Simona Quadarella e Irma Testa. La romana ha colto un bellissimo terzo posto in piscina negli 800 stile libero, al termine di una gara in cui due “marziane” di questa specialità sembravano imbattibili. E così è stato: l’oro è andato alla statunitense Katie Ledecky (8'12''57), davanti alla solita australiana Ariarne Titmus, che l’aveva battuta nei 200 e nei 400. Due fenomeni autentici, dominatrici di questi Giochi. Simona Quadrella quindi è la prima tra le “umane”, e anche prima medaglia femminile nel nuoto a Tokyo 2020.

“La cosa più difficile – ha spiegato Simona subito dopo la gara - è stata metabolizzare la delusione dei 1.500 che non mi aspettavo. Quindi mi sono detta: o torni a casa con una medaglia, oppure… con una medaglia". Nessuna scusa, nessuna alternativa: né la gastroenterite che l'ha colpita qualche settimana prima delle Olimpiadi, né la pressione dei suoi primi Giochi, né la delusione. “Mi sono ispirata all'argento di Paltrinieri negli 800: ho visto la sua gara, mi ha esaltato, mi ha messo veramente i brividi. E allora mi sono detta che se ce l'aveva fatta lui con la mononucleosi, ce la potevo fare io con la gastroenterite. Per me è stato uno stimolo in più".

Il podio di Irma, un pugno alla storia

È finita con un bronzo anche la splendida avventura sul ring di Irma Testa. Troppo forte, aggressiva ed esperta la filippina Petecio, campionessa del mondo in carica nella categoria, che con merito accede alla finale per l'oro dei pesi piuma (54-57 kg). L'azzurra ha vinto la prima ripresa, ma poi è stata travolta dal ritorno dell'avversaria, nettamente migliore nel secondo round con la sua boxe concreta, rapida, elettrica. La Butterfly (è il suo soprannome) di Torre Annunziata, 23 anni, torna a casa comunque con una medaglia storica, la prima mai vinta da una donna italiana su un ring olimpico dal 2012, da quando cioè la boxe femminile è stata ammessa ai Giochi.

Irma, più alta ma meno mobile di gambe e di braccia, ha subito per lunghi tratti l'iniziativa e raramente è riuscita ad entrare nella guardia dell'avversaria. Alla fine dei tre round, il verdetto dice 4-1: un giudice solo a favore dell’azzurra contro quattro. “Ci ho provato – racconta sorridendo pochi minuti dopo il termine del suo incontro - ma mi manca qualche altro anno di esperienza a questi livelli. Ci riproverò ai Giochi di Parigi, ora voglio gioire di questa medaglia. Non ho avuto il tempo di cambiare tattica dopo la prima ripresa, sono stata stupida forse a pensare che lei continuasse in quel modo e non cambiasse atteggiamento. Finita la prima ripresa lei mi ha sorriso, come a dire "non ti preoccupare, che ti batto comunque": è stata molto brava. Ma io sono felice, molto”.

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