mercoledì 3 marzo 2021
Maratona tv di quasi cinque ore al debutto del 71° Festival. Lo showman esorcizza l'assenza del pubblico tra gag, canti e balli. Appello di Amadeus per Zaki. Annalisa in testa alla prima classifica
Fiorello e Amadeus sul palco dell'Ariston nella prima serata del Festival

Fiorello e Amadeus sul palco dell'Ariston nella prima serata del Festival - Ansa

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Festival balcanico.

Il grande freddo in sala. Se nel calcio i tifosi sono il 12° uomo, all’Ariston valgono quanto il 13°, come i Big che si sono esibiti nella prima serata. Festival molto balcanico con Zlatan Ibrahimovic sceso in un campo non suo dove sua vanità si autoproclama il migliore di tutti i tempi. Sui tempi lunghi per colpa dei troppi brani chiede di dare in prestito qualche cantante all’Inter degli Amarello e non ha tutti i torti. Ma per fortuna che Fiore c’è! Matilda De Angelis meglio come cantante che alla conduzione.

I 13 in gara

Semaforo verde con la donna in rosso Arisa, unghie lunghe acumimate alla Diana Ross e look forse consigliato da Achille Lauro. Amara la lucana, canta sempre amori finiti: troviamogli un fidanzato (Potevi fare di più).Per Colapesce e Dimartino attacco fischiante (Musica leggerissima) da spaghetti western e poi dentro spruzzate di Matia Bazar. Scusate il secondo accenno stilistico, l’abito non fa il cantante sanremese (non è vero) ma i due vestono come Pio e Amedeo e la ballerina sui pattini reminescenze anni ’80, trasmissione PopCorn. Millennials chiedete a papà e mamma. Aiello bocciato dieci anni fa da Gianni Morandi ci riprova con Ora. Rimandato alla prossima serata. Il farmacista del leonardesco Max Gazzè prova a curare con l’ironia le troppe ferite fuori da questo palco. Il fiore più bello di Sanremo è il Glicine di Noemi. Così come convince la Voce di Madame e il rock duro e puro dei Maneskin (Zitti e buoni). Un rap troppo raffinato quello di Ghemon per poter aspirare a qualcosa di concreto. Al terzo ascolto invece la convinzione che Fedez-Michielin pur non presentando un brano memorabile (Chiamami per nome) rischiano di finire molto in alto, anche con l’appoggio di tutto il mondo social. Poco social e molti alternativi i Coma_Cose che con Fiamme negli occhi lanciano la canzone della prossima estate e si prendono un voto alto. Non pretenderà invece il dieci Annalisa con la sua 10 perchè si fa fatica a distinguere le cinque canzoni che ha portato a Sanremo in altrettante edizioni. Renga invece che festeggia i trent’anni dalla prima volta che partecipò a Sanremo (1991 con i Timoria) si rinnova e vorremmo dire lo fa “Sempre”. Ma non è proprio così. Come le farmacie aperte di notte alle 1.05 si esibisce il povero Fasma: lo hanno preso in parola perché ha annunciato che nei duetti di giovedì canterà La fine (di Nesli). Ma lui era in gara martedì con Parlami. Peccato. Come è un peccato che il sassofono jazz di Stefano Di Battista, il violino di Olga Zakharova e La Banda musicale della Polizia di Stato - che hanno omaggiato il tango argentino di Piazzolla e Gardel - siano andati in onda quando i metronotte di Sanremo stavano per staccare dal turno.


La classifica parziale (Per la cronaca comunicata alle ore 1.25)

1 Annalisa

2 Noemi

3 Fasma

4 Michielin-Fedez

5 Francesco Renga

6 Arisa

7 Maneskin

8 Max Gazzè

9 Colapesc e Di Martino

10 Coma_Cose

11 Madame

12 Ghemon

13 Aiello

Sanremo in Dad

Evviva la didattica a distanza, soprattutto quando è fatta con i piedi e per i piedi. Grazie a Fiorello in versione Piero Angela abbiamo imparato ciò che per i più era solo appannaggio dei podologi (o alluciologi che curano l’alluce dritto). Gli altri, cioè noi, abbiamo sempre avuto un unico punto di riferimento: il ditone. Poi arriva Fiorello e comincia la saga del no-mignolo, cioè la nomenclatura di tutte le altre dita dei piedi. “Ditismo” che insegna e lascia il segno se è vero che subito dopo le dita “illicano” il tallone di Achille. Tocca infatti a Lauro calcare il palco con il primo dei suoi cinque annunciati “quadri”. Piumaggi a gogò, unghie infinite, invisibile pompetta che irrora a comando le gote che si rigano di finto sangue per coreografare la performance canora dell’aspirante Renato del terzo millennio, partito da Zero. Altri tempi.

Liberate Zaki

Amadeus procura un’impennata di coscientizzazione con la lettura di un appello a favore di Zaki, il 27enne studente egiziano diventato cittadino di Bologna che da tredici mesi è detenuto nel suo Paese con una motivazione a dir poco ridicola e pretestuosa. "Noi, da cittadini e uomini civili, possiamo solo augurarci che Patrick Zaki torni libero il più presto possibile e che possa tornare a studiare nella sua Bologna. Forza Patrick". Immediato il ringraziamento di Amnesty International, su Twitter, per iniziativa del portavoce Riccardo Noury che elogia il Festival per avere accolto l'invito a rilanciare l'appello per la liberazione dello studente detenuto in Egitto.

I baci no

La lezione dei baci di Matilda De Angelis è stata tenera come uno smack, ma da dimenticare. Da cancellare anche da RaiPlay il bacio Loredana Bertè-Fiorello. Distanze di sicurezza azzerate, unico autogol del mattatore libero Fiore che non stanca più di tanto anche quando replica (per la millesima volta, tra radio e tv) le telefonate a catena in diretta con tre caravelle dello spettacolo Morandi, Venier, Santamaria e poi con il campione del mondo Antonio Cabrini e a chiudere con l’amico degli amici Jovanotti, moglie, figlia e tutti i cani e i gatti della vecchia fattoria dei Cherubini.

La standing ovation del 1994

Inutile negarlo, l’assenza del pubblico è stata alleggerita subito solo dalla gag “Su i braccioli, giù i braccioli”: scherza lo showman rivolgendosi verso la platea desolatamente rossa di poltrone private dei consueti deretani del plaudente pubblico. «Non avete mai potuto vedere il Festival, avete visto sempre la parte peggiore dell'essere umano» incalza Fiorello rivolgendosi alle sconsolate poltroncine della sala dell’Ariston. Escamotage per simulare la standing ovation da dedicare a Loredana Bertè e proiettare quella registrata del ’94 l’anno in cui il Festival lo vinse Aleandro Baldi con Passerà che si piazzò davanti a Signor Tenente di Giorgio Faletti e alla giovane Laura Pausini terza con Strani amori.

La mascherina di Alessia Bonari

Lo scatto del 9 marzo 2020 dell’infermiera 23enne di Grosseto che lavora in un ospedale a Milano. Il suo selfie con i lividi lasciati dalle troppe ore passate in corsia con su la mascherina, è diventata il simbolo della lotta alla pandemia. Una foto diventata virale e che ha fatto il giro del mondo. “La situazione è sempre la stesa non abbassare la guardia solo così ce la faremo ad uscire dalla pandemia”, il messaggio che ha lanciato Alessia dal palco di Sanremo.

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