sabato 2 ottobre 2021
Dall'epopea dell'attore e regista Caliari alla Milano che sta ricordando Strehler a cento anni dalla nascita, in via Cucchiari parte la nuova stagione della più meneghina e “scapigliata” delle sale
Al Teatro della Memoria di Milano oggi e domani l'omaggio a Giorgio Strehler nel centenario della nascita

Al Teatro della Memoria di Milano oggi e domani l'omaggio a Giorgio Strehler nel centenario della nascita

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Certo non è come la Milano degli anni 70, quando sentendo dei rumori in un cortile, bastava scendere in cantina e scoprire lì uno spettacolo in corso di un teatrino quasi clandestino. Erano gli anni in cui Giovanni Testori dava opere alla metropoli e qualche idea a chi non ne aveva. Oggi, a mio avviso, il filo prosecutore di quella libertà e indipendenza di talento lo trovo, mi pare, un po’ nella figura matura del teatrante-attore-regista Aleardo Caliari nonché nel suo Teatro della Memoria, che te lo devi saper conquistare, in via Cucchiari al 4, dopo essere sceso per un cortile che sembra più dell’alta montagna. Caliari e la metropoli sono tutt’uno. Basti pensare che, per alcuni anni, il Comune ha ben creduto di nominarlo “Il Meneghino”, maschera plurisecolare della città del panettone. Caliari, indossandone il costume ha così portato gli auguri della città alla metropoli, popolo ed istituzioni comprese.

Ho trascorso qualche capodanno nel suo Teatro della Memoria, una piccola sala di un centinaio di posti, dove avviene di tutto. In particolar modo un foraggiamento di fosforo per tener desta la cultura di quella che fu la capitale morale d’Italia. Non ci sorprenderemo allora d’incontrare qui il Parini o il Porta, Bertolazzi o Dossi, Cletto Arrighi, scendendo poi fino a Mazzarella, Lunari e Molinari. Indimenticabili le edizioni di “Lingua di calcestruzzo”, una rassegna che abbiamo condiviso, consapevoli che Milano accatasta qualcosa come centosessanta lingue differenti. Tutte queste, come un Atlante che porti il mappamondo sulle spalle, vengono sorrette dal dialetto, che è servito al sudore per scavare i Navigli, erigere ciminiere su su e giù giù fino al grattacielo Pirelli o alla nostrana Metropolitana.

È fra questi sipari che ho frequentato protagonisti quali Roberto Brivio, Nanni Svampa o Roberto Marelli, fino a Rosalina Neri o Anna Priori, e l’attuale Domitilla Colombo, nonché Walter Di Gemma con il suo cabaret romantico in milanese. Ma il trifoglio di via Cucchiari si articola anche ricordando lo spazio riservato al teatro per bambini, in cui compaiono opere di Collodi, insieme ai fratelli Grimm, Charles Perrault, insieme all’altro Carlo inteso come Dickens. La terza fogliolina dell’erba citata è data dalla ospitalità. Questo teatro è infatti aperto alle giovani compagnie, senza sede, provenienti da Milano e provincia. Una figura che vorrei ricordare con un ritratto tutto a sé è il maestro Paolo Beretta, pianista e direttore di coro, le cui note da anni complementano questo palcoscenico, che si tratti di cinema muto, come nel caso del “Cineteatro Ridolini”, accompagnamento di canzoni popolari, fino al glorioso capodanno in sala, con la Vedova allegra al Café chantant. Questo di Caliari, è la sala per eccellenza che definirei della Scapigliatura in clandestinità.

Sono pochi i teatri da dover scoprire. Di solito essi godono di pubblicità e protezioni istituzionali; come a dire che un’esperienza teatrale come questa, ma mi verrebbe in mente anche il Teatro Officina e, perché no, il gruppo di Itineraria, ora anche radio, debba essere fiutata come i cani fanno con i tartufi o i navigatori con le coste ancora ignote o come l’astronomo con la stella posta in un angolo mai esplorato. Ecco dunque incominciare la stagione. Dopo un incontro che mi ha riguardato, il primo ottobre, questo sabato e questa domenica si omaggia Giorgio Strehler, nel centesimo anniversario della sua nascita, con un libro dedicatogli e con l’indimenticabile “El nost Milan”, del già citato Carlo Bertolazzi, che sotto il sorriso nasconde una incontenibile amarezza .Con la regia del Realismo Terminale, sfilano Karin De Ponti, Domitilla Colombo, Alberto Grasso, Mirton Vaiani, Bob Sfondrini, Manu Bolco, Corrado Bega, Mary Indinimeo. È questa una scia per “Teatrando per Milano” (il Paese dei Comici disperati).

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