venerdì 9 ottobre 2015
Il Quartetto del dialogo nazionale tunisino ha vinto il Nobel per la Pace "per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralistica".
ANALISI Un premio alla società civile. E ai germogli di democrazia di Fabio Carminati
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​Il Quartetto del dialogo nazionale tunisino ha vinto il Nobel per la Pace "per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralistica in Tunisia, sulla scia della Rivoluzione del Gelsomino del 2011".Con la scelta del Quartetto tunisino, si è voluto porre come "esempio" i risultati ottenuti con il dialogo in Tunisia dopo la rivoluzione dei Gelsomini. Il comitato del Nobel "spera che il premio di quest'anno contribuirà alla salvaguardia della democrazia in Tunisia e sarà d'ispirazione per chi cerca di promuovere la pace e la democrazia in Medio Oriente, Nord Africa e nel resto del mondo". "La Tunisia deve affrontare significative sfide politiche, economiche e di sicurezza", sottolinea il Comitato del Nobel, senza citare direttamente i due gravissimi attentati contro turisti stranieri al museo del Bardo e sulla spiaggia di Susa. "Più di ogni altra cosa - si legge nella conclusione delle motivazioni - il premio vuole essere un incoraggiamento al popolo tunisino" e il Comitato spera "serva come esempio da seguire per altri paesi". Quando il Quartetto fu formato nella primavera del 2013 "costituì un processo politico alternativo nel momento in cui il paese era sull'orlo della guerra civile". E ha permesso così alla Tunisia di stabilire in pochi anni "un sistema costituzionale di governo che garantisca i diritti fondamentali per l'intera popolazione, senza tener conto del genere, le convinzioni politiche o la fede religiosa". A differenza di altri Paesi, la Primavera Araba in Tunisia ha portato a elezioni pacifiche e democratiche lo scorso autunno, nota il Comitato del Nobel, e "un fattore essenziale" per questo risultato è stato l'azione del Quartetto.
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