lunedì 25 gennaio 2021
Sotto la direzione del sacerdote paolino, tra 1976 al 1999, la rivista ha scritto un capitolo importante del fumetto italiano e ha svolto un ruolo importante nella formazione di tanti ragazzi
Don Tommaso Mastrandrea

Don Tommaso Mastrandrea

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Per salire sulle sue amate nuvolette ha scelto un giorno speciale, quello di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, a ventiquattrore dalla festa della conversione dell’amato san Paolo. Giornalista e paolino: questo il doppio abito che don Tommaso Mastrandrea ha rivestito per tutta la sua vita, fino all’epilogo all’ospedale di Bari, dove se n’è andato all’età di 78 anni. Un giornalismo, il suo, rivolto espressamente ai ragazzi, la sua fascia di lettori preferita. Non a caso ha diretto “Il Giornalino" dei Paolini, la più longeva rivista per ragazzi d’Europa (nata nel 1924, ad Alba), nell'età dell'oro della testata, dal 1976 al 1999.

Sotto la sua guida, a fronte della crisi di testate storiche come Corriere dei Piccoli, Intrepido e Monello, il Giornalino raggiunse le 240.000 copie vendute, coniugando in un perfetto equilibrio intrattenimento, linguaggio giovanile ed educazione, anche religiosa. «I ragazzi erano la sua passione, coltivata con una naturale capacità di prenderli per mano e di fare un pezzo di strada con loro» lo ricorda padre Stefano Gorla, direttore del settimanale in anni successivi a quelli don Tom, come tutti chiamavano affettuosamente. Per i piccoli lettori era invece semplicemente “Zio Giò”, dal nome della mitica rubrica della posta.

Con il suo arrivo al ‘Giornalino’, il fumetto assunse un ruolo importante, proseguendo nel solco della mission del fondatore don Alberione “educare divertendo”. Serie che qualche stagione prima avevano esordito in sordina come La Linea di Osvaldo Cavandoli e Pinky di Massimo Mattioli o campioni stranieri del tipo Lucky Luke e Asterix, vengono valorizzate a dovere. «Ha preso per mano la rivista, facendola crescere; - prosegue padre Gorla, che è critico e storico del fumetto - ha scoperto e accompagnato molti autori, ha traghettato autori da ‘il Vittorioso’ al settimanale paolino».

Con sapienza, passione e grande fiuto, don Tommaso è andato alla ricerca di autori desiderosi di mettersi in gioco con serie originali, trasformando la rivista in un incredibile ricettacolo di talenti. Sulle pagine di questo microcosmo di carta sono approdati maestri del fumetto come Sergio Toppi e Dino Battaglia, Gianni De Luca e Attilio Micheluzzi, Massimo Mattioli, Lino Landolfi e Jacovitti, Luciano Bottaro, Caprioli e Alfredo Castelli, e un esercito di personaggi senza tempo. La galleria è vastissima: dal cow boy solitario Larry Yuma all’adolescente Nicoletta, dal precursore Commissario Spada (capace di parlare ai giovani di terrorismo, droga e attentati) all’affascinante capitan Erik, con le risate garantite da Pon Pon e Fra Tino.

Don Tom ha accompagnato generazioni di ragazzi e lettori non solo nel ruolo di direttore ma anche creando, sperimentando, scrivendo e sceneggiando a sua volta. Fino al suo ultimo impegno, la direzione del Centro Culturale San Paolo. Portano la sua firma la Bibbia a fumetti, È lui, Il segreto dei quattro codici (sulla vita e l’opera di don Alberione), e soprattutto Paulus (1985), coi disegni di Gianni De Luca. In quest’opera ambiziosa, don Mastrandrea ambienta san Paolo in un futuro alla “Star Wars”, con rimandi al ciclo della Fondazione di Asimov. Un’opera modernissima e fedele allo spirito originale. Come tutta la vita trascorsa da don Tom sulle nuvolette di carta.

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