sabato 15 giugno 2019
Don Maffeis (Cei): ha offerto dei preziosi strumenti culturali ai nostri catechisti, insegnanti di religione e operatori pastorali
Zeffirelli sui siti internazionali. Il cordoglio del mondo dello spettacolo
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La scomparsa di Franco Zeffirelli è stata una "breaking news" sui siti di internazionali: dalla Cnn, al New York Times, da El Pais alla Bbc, tutti lo hanno omaggiato. Reazioni commosse alla morte del regista giungono dai mondo della cultura e dello spettacolo.

«Il leggendario regista italiano Franco Zeffirelli muore all'età di 96 anni», titola la Cnn. «Franco Zeffirelli, il regista italiano famoso per le sue produzioni operistiche stravaganti e romantiche, per le popolari versioni cinematografiche di Shakespeare e per la vita sociale intensa, è morto sabato nella sua casa di Roma», scrive il New York Times. Sul sito internazionale della Bbc l'addio a Zeffirelli è la seconda notizia: «Il suo adattamento di Romeo e Giulietta del 1968 è stato visto da generazioni di studenti delle scuole che studiano il dramma shakespeariano». Il Guardian lo definisce «venerato regista italiano, con una carriere di oltre 60 anni che lo ha reso famoso sia per i film che per il teatro e l'opera». Il Gulf Times scrive: «Zeffirelli ha deliziato il pubblico di tutto il mondo con la sua visione romantica e produzioni spesso stravaganti", mostrando grande flessibilità, ha prodotto dei classici per i teatri più famosi del mondo, dal venerabile La Scala di Milano al Metropolitan di New York».

«Con Fratello sole, sorella luna del 1972 su san Francesco - spiega al Sir don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali - e Gesù di Nazareth del 1977 sulla vita e la morte di Cristo, Zeffirelli ha offerto dei preziosi strumenti culturali ai nostri catechisti, insegnanti di religione e operatori pastorali». Negli anni 70, caratterizzati «da fratture e tensioni socio-culturali, da istanze di contestazione e da narrazioni profondamente problematiche, Franco Zeffirelli al contrario si dedica al racconto di figure del Vangelo, a testimoni di dialogo e di inclusione. Un lavoro compiuto con grande professionalità e profonda umanità, quella di un uomo di fede in continua ricerca».

«La scomparsa di Franco Zeffirelli lascia un grande vuoto nel mondo dello spettacolo e della cultura italiana e internazionale» dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Con il suo straordinario talento e la sua profonda sensibilità estetica, ha dato vita, nella sua lunga vita di artista, a grandi capolavori nel cinema e nell'opera. Spirito brillante e coinvolgente, ha accompagnatola sua arte con grande passione civile e amore per il suo Paese».

Il Teatro alla Scala di Milano ricorda Zeffirelli con un comunicato: «Tutti i lavoratori del Teatro alla Scala insieme al Sovrintendente Alexander Pereira, al Direttore Musicale Riccardo Chailly e al Maestro del Coro Bruno Casoni sono profondamente commossi alla notizia della scomparsa di Franco Zeffirelli. Un Maestro che ha attraversato la scena culturale della seconda metà del Novecento continuando una preziosa tradizione italiana ma al contempo lasciando un segno inconfondibile e personale nella storia del teatro musicale, del cinema e della prosa".

Per monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo, «tra i grandi meriti che a Franco Zeffirelli vanno attribuiti, c’è quello di avere impresso nel cuore e nella memoria di tutti il volto di Cristo. Zeffirelli è più del suo Gesù di Nazareth, ma questa sua opera ha avuto una portata planetaria come pochi altri registi possono vantare. Domenica dopo domenica, puntata dopo puntata dello sceneggiato per la tv (oggi la chiameremmo “serie”) le grandi masse in Italia e nel mondo sono state aiutate a fare i conti con l’umanità del Figlio di Dio, riconoscendo in Robert Powell (il Gesù del kolossal televisivo) il volto della misericordia, della bellezza, della pace, gli stessi tratti di Dio che papa Francesco sta annunciando con insistenza». «Un lavoro sul Figlio di Dio - prosegue Milani - complementare rispetto ai maestri italiani che lo hanno preceduto: non preciso nella fedeltà al testo evangelico come in Pasolini, non profondo nel suo significato come in Rossellini. Centinaia di milioni di persone nel mondo hanno avvicinato gli episodi del Vangelo, e in non pochi hanno intrapreso – grazie a Zeffirelli – l’avventura dell’accostamento personale alla Rivelazione».

Cristiano Chiarot,sovrintendente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino, così ricorda Zeffirelli: «Per lui parla e parlerà sempre la storia del '900, e oggi quando la stragrande parte delle parole in suo ricordo potrebbero essere vane, vorrei solo dire che grazie a lui, grazie alla spettacolarità delle sue idee, all'incantamento che sapeva offrirci, abbiamo sognato un po' tutti sia che ci sedessimo in un teatro a osservare le sue scene ricchissime e simili a dipinti, a enormi affreschi, sia che fossimo davanti a un grande schermo».

«Per me Franco era un fratello, quando lo conobbi alla Scala ero poco più che bambina, a lui ci uniscono, me e mio marito, ricordi intensi di una vita», racconta l'étoile Carla Fracci. «Ai suoi insegnamenti, che erano quelli di un genio, abbiamo attinto tutti. Ora portiamo con noi la sua arte, la sua simpatia, la sua generosità, la sua gioia, la sua intelligenza. Franco ha dato tanto a tutti noi».

L'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, in un messaggio di cordoglio, ha sottolineato «la più volte ribadita professione di fede cattolica» del regista e ha ricordato come «nella sua opera egli abbia mostrato la bellezza della fede e abbia proposto la bellezza come strada verso la fede».

I Frati del Sacro Convento di Assisi twittano: «Ci lascia un genio che ha raccontato con amore e passione Chiara e Francesco d'Assisi. Ciao Franco, ciao fratello».

«Il mondo della cultura e del cinema piangono la morte del maestro Franco Zeffirelli, un genio dei nostri tempi» scrive su Twitter il ministro peri Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli. «Ho amato i suoi film. A nome mio e del Mibac esprimo le condoglianze alla sua famiglia».

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