venerdì 22 ottobre 2021
Quarto pannello della serie inaugurata da “Gilead”, “Jack” si incentra sul personaggio che porta su di sé il peso della colpa e il mistero della Grazia
La scrittrice statunitense Marilynne Robinson

La scrittrice statunitense Marilynne Robinson - Mauretta Capuano/Ansa

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L’Esproprio incombe su St. Louis, i quartieri dei neri saranno abbattuti, le chiese afroamericane rase al suolo. Jack cammina per quelle strade minacciate dalla distruzione, incalzato dalla memoria di un’altra notte insonne. Al cimitero di Bellefontaine qualche tempo prima, ha tirato l’alba parlando di Amleto insieme con Della. Come mai nel dramma di Shakespeare nessuno prende in considerazione l’ipotesi che il principe possa diventare lei?, domanda la ragazza. È giovane, è graziosa, di mestiere fa l’insegnante. E ha la pelle nera, un dettaglio che, nel Missouri degli anni Cinquanta, rende non solo impensabile, ma addirittura illegale una sua eventuale relazione con Jack. Spiantato finché si vuole, ma bianco, del bianco cinereo di chi dorme male, mangia poco e beve troppo. Ma anche lui è un principe, a suo modo. Un «Principe delle tenebre» che non sarà mai all’altezza del padre, integerrimo pastore presbiteriano. Jack non avrebbe dovuto innamorarsi di Della. Più che altro, Della avrebbe fatto meglio a non innamorarsi di lui. Qualche lettore lo avrà riconosciuto, il protagonista eponimo del romanzo (Einaudi, pagine 322, euro 20,00): Jack, all’anagrafe John Ames Boughton, è la zona d’ombra di Gilead, la cittadina dell’Iowa che sta al centro dell’universo romanzesco di Marilynne Robinson. Più volte candidata al premio Nobel e protagonista di una memorabile intervista realizzata da Barack Obama in persona, la narratrice statunitense sta per compiere 78 anni e dà l’impressione di essere più attiva che mai. Ha esordito non ancora quarantenne nel 1980 con un romanzo, Le cure di casa, che già contiene molti elementi delle opere successive: la provincia americana, una spiritualità di dichiarata impronta biblica che sfocia in riconoscimento e accettazione del destino, l’attenzione per le vite minime, la delicatezza nell’evocare sentimenti impercettibili. Passano più di vent’anni prima che, nel 2004, Robinson pubblichi Gilead, libro in apparenza in sé concluso, nel quale il torbido Jack fa la sua prima comparsa. A registrarne l’apparizione è il reverendo John Ames, pastore presbiteriano anche lui e amico fraterno del reverendo Robert Boughton. Ormai anziani, i due hanno trascorso la loro esistenza nel microcosmo di Gilead. L’intesa reciproca è tale che Boughton ha battezzato uno dei figli con le generalità del confratello. Un segno di predilezione, perché fin dal principio Jack sembra chiamato a qualcosa di grande. Ha talento per la musica, una buona mano per il disegno, un’intelligenza spiccata per la letteratura e, in particolare, per la poesia. Quando serve, non se la cava male neppure come ballerino. Ma da sempre agisce in lui una forza oscura, che a un certo punto prende la forma di una colpa infamante. Il reverendo Ames ne è ancora turbato, ed è per questo che guarda con sospetto alla simpatia che pare legare Jack a Lila, la donna che un giorno è entrata in chiesa fradicia di pioggia. Non bella, segnata da una sofferenza misteriosa, irresistibile per il reverendo Ames, che ha voluto sposarla. Ecco, il mondo di Marilynne Robinson è tutto qui, in questo intreccio di circostanze che Gilead descrive senza pretendere di risolverlo. E come potrebbe, anche volendo? Come rispondere all’interrogativo che Jack continua a riproporre? L’uomo afferma di aver rinnegato la fede, ma le parole della Scrittura non smettono di assillarlo. Jack, in definitiva, è un teologo della specie più singolare, quella di chi non crede in Dio e proprio per questo non smette di convocarLo in giudizio. Il suo rovello è la predestinazione, una dottrina che considera crudele e che però parrebbe l’unica in grado di spiegare l’inclinazione al male. Sempre che sia veramente il male ad attrarre Jack, che non riesce a fare il bene, è vero, ma è capace di amare. La rivelazione dell’esistenza di una moglie e di un figlio affiora già dalle pagine di Gilead. Jack la offre al reverendo Ames come un dato di fatto, non come un’attenuante a proprio vantaggio. Non diversamente accade in Casa, il libro del 2008 nel quale lo spazio concesso a Jack si amplia. Il periodo è il medesimo in cui si svolge Gilead. Il figliol prodigo è tornato, suscitando l’entusiasmo del padre e il sordo risentimento di Glory, la sorella che non se ne è mai andata. Nella sua maestria, Robinson riesce a rielaborare gli stessi materiali in una prospettiva inattesa. Casa sta in relazione con Gilead e nel contempo è un libro a sé stante, come lo è Lila, che nel 2014 torna a indagare sulla moglie del reverendo Ames. Inadeguata agli occhi del mondo, ma non per quest’uomo di Dio che, nella sua vecchiaia, ha saputo riconoscere in lei l’albeggiare della Grazia. Quello che Lila è per Ames, Jack Boughton è per Della Miles, come conferma il nuovo romanzo, come i precedenti tradotto da Eva Kampmann per Einaudi. Per la prima volta nella tetralogia di Robinson l’azione si svolge lontano da Gilead, tra St. Louis, Chicago e Memphis, la città di cui la ragazza è originaria, figlia anche lei di un ministro del culto. Nella sua posizione di vescovo metodista, il reverendo Miles persegue con determinazione la politica del «separatismo » come mezzo di emancipazione per la comunità afroamericana. I neri devono conquistare la propria autonomia senza mescolarsi con i bianchi. Perseguito come reato altrove, in casa Miles il matrimonio misto è patito come un tradimento. Della e Jack sono i primi a saperlo: non possono sposarsi, non devono. Ma sono già marito e moglie, non c’è niente da fare. Lo sono fin dal principio, quando lei gli ha offerto una tazza di tè e lui ha cercato di ricambiare con un disastroso invito a cena. Eppure questo è ciò di cui Jack è capace e, quindi, per Della questo è tutto il bene del mondo. Ha ragione Marilynne Robinson: la conoscenza del bene, molto più che quella del male, è il vero enigma con il quale Adamo ed Eva si scontrano nell’Eden.

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