lunedì 2 agosto 2021
Il cappellano del team azzurro scrive al nuovo campione olimpico nei cento metri: "Sarai il più incorreggibile solleticatore di sogni, testimone che dare il massimo è possibile"
«Marcell, impariamo dalla tua storica impresa: dare gambe alla vita»

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Giochi olimpici di Tokyo. Chiediamo a don Gionatan De Marco a chi vorrebbe scrivere oggi la sua lettera.
Oggi ho deciso di scrivere a Marcell Jacobs con una richiesta: “Insegnarci a dare gambe alla vita con gli scatti… quelli di partenza e quelli di rincorsa!”.
Cosa vuoi scrivergli, dunque?


“Carissimo Marcell,
applauso! Te lo meriti! Hai dato il massimo e il meglio di te nella tua corsa nei 100, facendo entrare il nostro Paese nella storia! Hai dato il massimo e il meglio di te e hai realizzato un sogno, lo stesso che facevi da bambino, quasi a dirci che quei sogni non sono inutili o impossibili. Hai dato il massimo e il meglio di te e hai reso felice e orgogliosa la tua famiglia e la tua nazione. Hai dato il massimo e il meglio di te e ci hai convinto, perché ce lo hai dimostrato, che nulla è impossibile a chi ce la mette tutta, a chi crede in se stesso, a chi trova energie per dare gambe alla vita!
Sì, Marcell, questo vogliamo imparare dalla tua storica impresa: dare gambe alla vita!

Reuters


Vorremmo, come te, dare gambe alla vita imparando gli scatti… quelli di partenza e quelli di rincorsa! È vero che la vita va gustata, ma la vita è un continuo accadere di “subito”… come ci insegna ogni chiamata del Vangelo. Non è il “subito” della fretta, ma è il “subito” del non veder l’ora che la bellezza accada.
Vorremmo, come te, dare gambe alla vita imparando le accelerazioni… quelle che danno quel tocco in più di passione e che mettono in moto processi di generatività e di creatività, processi di entusiasmo e di felicità… che non rallentano la voglia di arrivare al traguardo dove un abbraccio attende di essere afferrato.
Vorremmo, come te, dare gambe alla vita imparando a guardarci accanto… non per amplificare forme malate di agonismo sociale, ma per dire a noi stessi che le possibilità degli altri sono anche le mie, le realizzazioni degli altri possono essere anche le mie… e non per diventare il migliore, ma per vivere le virtù di ogni campione: citius, altius, fortius… e communiter! Dove il più non è il segno di un’addizione che sottrae, ma di un’addizione che moltiplica… le possibilità e la gioia!
Carissimo Marcell, ora che sei il più veloce, non hai più scuse! Corri… e arriva per primo lì dove i sogni si spengono e le speranze si affievoliscono e riattiva primavere! E, oltre che il più veloce, sarai anche il più incorreggibile solleticatore di sogni, testimone che dare il massimo e dare il meglio è possibile e realizza cose meravigliose!”.

Gionatan De Marco

direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport

Cappellano della squadra italiana

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