mercoledì 16 gennaio 2013
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LA LETTERA1938: potrò ancora continuare a credere in Dio?Carissima Lilian,(…) quanto ci deve temere Hitler, se ci perseguita così! Fino a oggi ho creduto in Dio, ma se non darà in breve tempo la dimostrazione della sua esistenza, non potrò più crederci.Questa persecuzione degli ebrei è disumana. Che cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo andare? Amo la mia patria con un fervore quasi doloroso, sono cecoslovacca fino al midollo, non sono peggiore di quelli che dipingono noi ebrei come inferiori, cattivi e degenerati, no, al contrario, io sono migliore, lo dico senza falsa modestia, so chi e cosa sono!Lilian, non penso ancora a una brutta fine per noi, no, spero e desidero ardentemente che presto tutto volga al meglio, ma tu e Gre, voi siete la speranza per i miei figli che, se non arriverà in tempo l’aiuto da nessuno, non devono essere calpestati e umiliati. Allora voi due mi aiuterete, vero?Penso che non m’importi più molto di me e Willi. Dobbiamo fare tutto il possibile per far andare i bambini all’estero.E perciò prendo sul serio il tuo invito – detto forse solo di sfuggita – a mandare Hanuš con Felix da te. (…)Tua Ilse28 marzo 1938

LA POESIALe pecore di Lidice

Le pecore lanute bianche e gialle trottano lungo la strada.Due pastorelle seguono il gregge, nel crepuscolo suona il loro canto.

 

È un’immagine colma di pace, ma tu che vai di fretta, ti fermi come sentissi passare vicino un orrendo soffio di morte.

 

Le pecore lanute bianche e gialle, tanto lontane da casa, bruciate le stalle, assassinati i padroni.
Oh, tutti gli uomini del villaggio, tutti sono morti della stessa morte.

 

Un piccolo villaggio boemo, tanta sventura e sofferenza.

 

Deportate le donne laboriose che curavano il gregge, scomparsi i bambini gioiosi che si rallegravano degli agnelli, distrutte le piccole case dove albergava la pace,un villaggio intero annientato, soltanto gli animali graziati.
Queste sono le pecore di Lidice, adatte proprio qui,nella città dei senza patria, animali senza casa.
Chiusi da un muro, accomunati dal crudele destino,il popolo più tormentato della terrae il gregge più triste del mondo.
Il sole è tramontato, scomparso l’ultimo raggio,da qualche parte delle caserme si alza un canto ebraico. Il 10 giugno 1942 il villaggio ceco di Lidice fu completamente distrutto per di­chiarata vendetta a seguito dell’attentato a Praga contro il 'Protettore del Rei­ch della Boemia e Moravia', Reinhard Heydrich. Tutti gli uomini furono fuci­lati, le donne e bambini deportati in diversi campi diconcentramento. Il greg­ge delle pecore del villaggio fu condotto a Theresienstadt.

 

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