lunedì 5 settembre 2022
Il regista ha presentato al Festival del cinema nella selezione Fuori concorso il nuovo lavoro "In viaggio"
Il regista Gianfranco Rosi

Il regista Gianfranco Rosi - Reuters

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“Questo film è la mappa della condizione umana. Ed è un film in divenire destinato a rimanere aperto: continuerò a seguire personalmente anche i prossimi viaggi apostolici di papa Francesco”. Dà subito una notizia il regista Gianfranco Rosi che ha presentato oggi a Venezia 79 nella selezione Fuori concorso, il nuovo docufilm In viaggio che sarà distribuito da 01 Distribution in tutti i cinema dal 4 ottobre, prodotto da 21Uno Film - Stemal Entertainment e Rai Cinema.

Nel 2013, appena eletto, papa Francesco va a Lampedusa. Nel 2021 compie un importante viaggio in Medioriente, in Iraq e Kurdistan. Gli stessi luoghi che Gianfranco Rosi ha raccontato in Fuocoammare e Notturno.

Papa Francesco in 9 anni di pontificato ha compiuto 37 viaggi visitando 59 paesi. Italia, Brasile, Cuba, Stati Uniti, il continente africano e il sud est asiatico, i suoi itinerari seguono il filo rosso dei temi centrali del nostro tempo: la povertà, la natura, le migrazioni, la condanna di ogni guerra, la solidarietà, il dialogo interreligioso. Il lavoro di Rosi fa dialogare il racconto dei viaggi del Papa con materiali di archivi storici e con i frammenti di alcuni dei film di Rosi, oltre al prezioso supporto degli Archivi vaticani.

Quando uscì Fuocoammare, il documentario di Rosi che nel 2016 vinse l’Orso d’Oro per il miglior film al Festival di Berlino, sugli sbarchi dei migranti sull’isola di Lampedusa, “fu il Papa a farmi convocare per conoscerci – spiega il regista –. Poi l’ho seguito in due viaggi nel 2022, quello di luglio in Canada e quello dell’aprile scorso a Malta subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Dove disse parole fortissime contro la logica della guerra e l’uso delle armi”.

Resta nel cuore lo spirito evangelico portato dal Papa, che sia tra le favelas di Rio nel 2013, al Senato Usa e fra le strade esultati di Cuba o in una moschea nella Repubblica Centrafricana nel 2015, fra i carcerati messicani nel 2016 o in Armenia, Israele, Emirati Arabi, Madagascar, Giappone e Canada.

Si intrecciano le immagini dei telegiornali ed alcune girate dallo stesso Rosi: “Sono un contrappunto per fare capire cosa succede in quei Paesi mentre il Papa è lì e perché lui è lì” aggiunge il regista.

Rosi, che si è avvalso della colonna sonora di Ambrogio Sparagna, è riuscito a filmare il Papa nell’intimità della preghiera, nella Grotta di San Paolo a Rabat a Malta, sono attimi potenti nella penombra accompagnati dalla accorata invocazione: “Signore fermaci!”. “Doveva essere il finale del film, ma siccome la guerra in Ucraina è ancora aperta, anche il film è aperto. Voglio seguire questa guerra attraverso lo sguardo del Papa. E sono pronto a seguire Francesco in tutti i suoi prossimi viaggi”.

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