mercoledì 4 novembre 2020
L’esempio di una casa editrice appartenente alla stessa famiglia capace di rinnovarsi in tre secoli così diversi fra loro
Una immagine storica della libreria Hoepli a Milano

Una immagine storica della libreria Hoepli a Milano - Archivio Hoepli

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Centocinquant’anni di vita di una casa editrice guidata, caso più unico che raro, ininterrottamente dalla stessa famiglia, è un evento particolarmente importante per il mondo editoriale e per l’Italia. E il prossimo mese ci si appresta a festeggiarla. Parliamo della Hoepli, oggi di Ulrico Carlo e dei suoi figli Barbara, Giovanni (attuale presidente) e Matteo che la portano avanti con uno staff editoriale di prim’ordine. A questa casa editrice sono sempre stato legato da amicizia e, in riferimento ai tempi in cui guidavo, con Michele e Paolo Costa, l’Editrice Bibliografica, non posso dimenticare l’incoraggiamento e il sostegno di Ulrico Carlo presso l’Associazione italiana editori (di cui era allora consigliere e tesoriere) per l’introduzione del codice Isbn (1977) e successivamente dell’Ean, che si possono considerare, assieme alla pubblicazione del Catalogo dei libri in commercio (1975) e alla concomitante base– dati, la prima grande rivoluzione tecnologica in Italia, destinata a cambiare tutti i processi di controllo e distribuzione dei libri. Già si è avuto modo di discorrere e scrivere molte volte di questa casa editrice dal duplice polmone svizzero e milanese, grazie al quale ha sempre trovato l’ossigeno per andare avanti, mantenendosi salda nelle proprie radici, ma al tempo stesso rinnovandosi secondo le esigenze editoriali e tecnologiche dei tempi nuovi.

Una casa editrice, se si vuole “appartata” nel contesto dell’industria editoriale corrente, ma ugualmente dinamica e per vari aspetti di esempio a molte case editrici. Con i piedi ben piantati per terra, con il suo stile di riservatezza e sobrietà, con il suo modo essenzialmente “artigianale” di produrre, comunicare e vendere libri, è riuscita nel corso degli anni a ottenere risultati di qualità. Questa impronta e questo stile risalgono già agli anni in cui il capostipite, Johann Ulrich Hoepli, metteva piede a Milano. Nato a Tuttwil, in Svizzera, nel 1847, ultimo di quattro fratelli, dopo aver maturato le sue prime esperienze di lavoro in librerie di varie città (Zurigo, Magonza, Lipsia, Breslavia, Trieste, Il Cairo), era approdato a Milano il 7 dicembre 1870. Qui, dopo aver rilevato la libreria di Theodor Laengner con le risorse che nel frattempo era riuscito a mettere insieme, avviava già nel 1871 un’attività editoriale che avrebbe ben presto assunto una posizione di assoluto primato (per presenza, prestigio e impatto commerciale) nella sua amatissima città d’adozione, Milano, in rapido sviluppo non solo sul piano industriale e commerciale, ma anche culturale, tecnico e professionale. Come già notava Gaetano Negri al traguardo dei 25 anni di attività della Hoepli, c’era però voluto da parte del fondatore non solo un grande fiuto, ma anche molto coraggio ad avviare e via via a consolidare un’impresa che si sarebbe prolungata per ben 65 anni, fino alla morte (1935). Da allora, nella casa editrice si succederanno alla direzione il nipote Carlo (1879–1972), poi i figli Ulrico (1906–2003) e Gianni (1913–2006), e infine Ulrico Carlo (1935), che è stato anche presidente della Federazione europea degli editori. Dalla prima collana, la “Biblioteca tecnica” (1874), e dai celebri “Manuali Hoepli” (1875), di acqua ne è passata sotto i ponti, ma il prestigio della casa editrice è passato indenne nelle lunghe stagioni editoriali, perché non si è mai riposata sugli allori, ma ha saputo trovare spazi competitivi nuovi per riaffermare e rafforzare il ruolo che le spetta nel contesto editoriale di oggi. Con la casa editrice, la libreria (la più importante e attrezzata libreria di Milano) e il sito di e– commerce, la Hoepli si proietta decisamente verso il futuro, per nuovi traguardi.

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