martedì 28 settembre 2021
Settanta sportivi a Milano per la nascita di “Champions for Change”, il primo movimento di sport “social responsibility” con l'obiettivo di comunicare che lo sport è anzitutto inclusione
Un momento dell'iniziativa

Un momento dell'iniziativa - Marenda/Prandoni Ufficio Stampa

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Alla vigilia della cinque giorni che vede Milano anticipare il fondamentale summit per il clima di Glasgow ospitando la pre-Cov26, che ha visto già ieri la presenza di Greta Thumberg, anche lo sport è sceso in campo ieri con l'atto ufficiale della nascita di Champions for change, il primo movimento di sport social responsibility con l'obiettivo di comunicare che lo sport è inclusione e che, con le sue virtù e i suoi talenti, deve ritornare ad essere modello di riferimento per le nuove generazioni. Un movimento nato per restituire allo sport tutta la sua forza valoriale, aggiungendo alla sua dimensione di intrattenimento, sempre più anche televisivo, quella di "Palestra di Valori" per allenarsi a diventare cittadini e persone migliori.

A sancirne la nascita è stato ieri un flashmob all'Arco della Pace a Milano in cui, come una grande orchestra, settanta sportivi di cinquanta sport diversi hanno "suonato" all'unisono sulle note del brano inedito che Saturnino, bassista, compositore e produttore, ha preparato per l'occasione. Value In Action, la prima Società Consortile Benefit in Italia, è la promotrice del movimento, che è stato ideato e voluto fortemente da Action Agency, Agenzia di Advanced Communication milanese e capofila del consorzio.

Ma su che piano tutto lo sport può parlare all'unisono? Sul piano dei valori. Oggi c'è bisogno che le storie di sport tornino a essere raccontate, affinché possano essere dei modelli da seguire per tutti noi, ma soprattutto per le nuove generazioni, i veri campioni del cambiamento. Al ritmo dei valori di Champions for change, lo Sport suona all'unisono, facendo scendere sullo stesso terreno di gioco tutte le discipline sportive: dal surf su onda al calcio, dal rugby al badminton, dagli E-Sports fino al golf, senza discriminazioni o distinzioni di genere.

Il flashmob visto anche dall'alto

Il flashmob visto anche dall'alto - Marenda/Prandoni Ufficio Stampa

Ai tempi dei greci lo sport era come una metafora, un modello di riferimento a cui ispirarsi: era la prova che nella vita, affrontando sacrifici e duri allenamenti, pane quotidiano per qualsiasi sportivo, si potevano ottenere grandi risultati. Champions for change non vuole però salire in cattedra facendo paternali e dicendo ai giovani cosa fare: lo sport dev'essere raccontato ai giovani sui loro canali di comunicazione. Contestualmente alla nascita del movimento, infatti, in collaborazione con H-Farm Digital Marketing, partirà una campagna digital e analogica per raccogliere le storie di sportivi, campioni non solo nelle loro discipline ma anche nella vita, che ogni giorno sono motori del cambiamento attraverso le loro azioni.

«Chiederemo a tutte le redazioni sportive - recita il manifesto programmatico - di candidare le loro migliori storie di sport, ma non solo. Anche i singoli atleti potranno candidare la propria storia sul sito di Champions for change con una di queste modalità: o un video della durata massima di due minuti, da realizzare con l'ausilio della rivoluzionaria app gratuita di content creation Pyxie; o un podcast di massimo due minuti e mezzo; o un testo di massimo 2500 battute. Tutte le storie saranno poi votate sui canali social del movimento, che selezionerà le 5 migliori storie di responsabilità sociale. Oggi più che mai lo sport rappresenta un potente vettore, un vero e proprio medium per il rilancio del Paese attraverso cui continuare raccontare quotidianamente storie di valore, non solo quando si accendono i riflettori di eventi importanti come Olimpiadi e Mondiali».

Questo l'incipit del manifesto, che a poche ore dalla sua nascita vede già numerosi personaggi, enti e istituzioni che lo hanno sottoscritto: Maurizia Cacciatori, Max Calderan, Jury Chechi, Mike Maric, Stefano Meloccaro, Massimiliano Sechi, Umberto Pelizzari, Antonio Rossi, Rachele Sangiuliano, Giorgio Terruzzi, Ivan Zucco, l'As Rugby Milano e il liceo scientifico sportivo e professionale Marco Pantani.

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