domenica 19 dicembre 2021
Mai come oggi la combinazione di competenze tecniche e formazione umanistica appare determinante per assicurare piena e informata libertà di scelta, e quindi piena cittadinanza, ai nostri figli
Filosofia per la vita di ogni giorno

Solinas

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Tra i grandi eventi che l’Italia ospiterà nei prossimi anni, ce n’è uno di cui si parla poco. Ci riferiamo al 25° Congresso mondiale di filosofia, che la città di Roma accoglierà nell’estate del 2024 e il cui programma principale è stato messo a punto proprio in questi giorni. Forse se ne parla poco perché ci appare lontano, o forse la filosofia non desta più l’interesse di un tempo. Eppure, si tratta della maggior opportunità di riflettere pubblicamente sul futuro delle società europee nella storia recente del nostro Paese. Un Congresso mondiale non è né un festival, né un convegno accademico. In esso non si parla solo di filosofia. Esso riunisce invece figure della cultura di tutte le aree del pianeta per interrogarsi sul destino sociale, economico, politico, tecnologico e culturale del mondo di oggi. In Italia, e più in generale in Europa, questa funzione critica della filosofia è in parte andata perduta. Proprio nella situazione di crisi che stiamo attraversando, però, è più che mai necessario capire quali possano essere i modelli di sviluppo delle nostre società. Ci andiamo ormai rendendo conto che la lunga emergenza legata alla pandemia non è solo una crisi sanitaria. Il mondo di prima, con il suo stile di vita, le abitudini, anche la leggerezza che ci ha spesso accompagnato, non tornerà più. Forse stiamo realizzando di aver vissuto per troppo tempo in una bolla di relativo benessere, e ci chiediamo cosa ci attende e cosa attende i nostri figli. Il timore, che temo sia fondato, è che le diseguaglianze economiche e sociali crescano in misura drammatica e, con esse, il processo di polarizzazione già in corso su scala planetaria. Da tempo vediamo – e spesso abbiamo scelto di non vedere – gli effetti di questa polarizzazione, di questa esclusione. Li osserviamo nelle periferie delle megalopoli contemporanee, nelle zone rurali più disagiate del pianeta, nelle innumerevoli bidonville che costellano il nostro mondo ma anche nel Mediterraneo ridotto a cimitero di donne, uomini e bambini, nelle migliaia di esseri umani di ogni genere ed età accampati nel gelo dei confini europei, la cui umanità viene costantemente violata dall’indifferenza, dall’apatia con cui le nostre società continuano a far finta di non vedere, di non sapere. Riflettere su quest’umanità, anzi su questa disuma- nità che è anche la nostra, non è un vuoto, retorico esercizio di morale. Si tratta invece di indagarne le ragioni profonde, anche chiedendosi se questo destino di esclusione, a lungo considerato estraneo all’occidente, non stia già investendo anche le nostre società, mettendole di fronte non a una pur grave crisi economica ma a un ben più drammatico rischio sistemico di asservimento economico e, in prospettiva, di subalternità civile. È proprio per comprendere in profondità la portata di queste trasformazioni, e per non ritrovarsi ad accettarle passivamente, che occorre calare la riflessione filosofica nella concreta realtà sociale e storica del nostro tempo. Non illudiamoci di farlo da soli. Per affrontare i principali nodi sociali, etici, politici, spirituali e religiosi del mondo di oggi, il pensiero deve aprirsi a idee e sistemi di valori di ogni regione del mondo, mettere a confronto sensibilità religiose e spirituali diverse, accettare insomma, anzi decidere di rendersi consapevolmente vulnerabile ai punti di vista degli altri: abbandonando l’idea di un immaginario primato dell’occidente e impegnandosi invece a conoscere meglio le altre tradizioni di cultura. Per questo il Congresso mondiale di Roma sarà davvero un grande evento. Intellettuali del mondo intero discuteranno, anzi stanno già discutendo, di relazioni interculturali e interreligiose, di diseguaglianze sociali ed economiche, di democrazia, di accesso all’educazione, di sostenibilità, biodiversità, fratellanza e accoglienza, di problemi legati alla crescente longevità… Eventi di questa portata consentono, come ha mostrato in altro ambito l’Expo di Milano, di ridisegnare il luogo che li ospita. Il Congresso mondiale si iscrive in questo processo di ripensamento, di “ricostruzione” di un tessuto sociale, che in questo caso non investirà uno spazio urbano e architettonico ma il vasto spazio intellettuale nel quale l’umanità dovrà pensare se stessa, al di là delle barriere, dei muri e dei confini che si è essa stessa data. Quest’impegno è destinato in primo luogo alle generazioni più giovani. Fare il nostro mestiere di filosofi, di educatori, significa in primo luogo aver presente il senso che le culture delle diverse aree del mondo hanno attribuito al processo di civilizzazione e di formazione della persona: un’azione plastica su noi stessi che ci aiuti ad aprirci allo straniero, a capire e accettare nel nostro mondo lo strano, l’anormale, così da espandere i confini della nostra esperienza e accrescere la nostra capacità di comprendere la realtà. In mancanza di tale disposizione a cambiare, a convertirsi, in mancanza di questa generosità o carità che non è un mero valore morale ma un fondamentale dispositivo di comprensione del mondo, nessuna interazione sarà possibile: si avranno allora conflitti di vissuti, di sistemi etici, di civiltà. La duplice via della mente e del cuore, che i filosofi medievali chiamavano itinerarium e gli autori cinesi dao, esprime questa funzione educatrice della filosofia in quanto esercizio che insegna a superare la propria finitudine e a vivere nel mondo attraverso una soggettività più vasta del nostro io particolare. Nell’incontro con studiose e studiosi affermati, e ancor più con coetanei di altre regioni del mondo, studentesse e studenti di differenti età potranno confrontarsi con idee, punti di vista e stili di pensiero spesso lontanissimi dai loro: abituandosi a considerare sempre più il mondo intero come casa propria, ad abitarlo comprendendo le ragioni degli altri, i loro punti di vista, le tradizioni, i costumi. Mai come oggi la combinazione di competenze tecniche e formazione umanistica appare determinante per assicurare piena e informata libertà di scelta, piena cittadinanza, alle nostre figlie e ai nostri figli.

Il programma: quando il pensiero attraversa ogni confine

Il 25° Congresso mondiale di filosofia si terrà a Roma nell’estate del 2024, con uno slittamento di un anno rispetto alla naturale scansione quinquennale dovuto alla pandemia. Avviati nel 1900 dalla Federazione internazionale delle società filosofiche (Fisp), si susseguono con regolarità dal 1948; l’ultima edizione si è tenuta nel 2018 a Pechino, riunendo come sempre centinaia di intellettuali da ogni parte del mondo, e ha eletto come presidente Luca Maria Scarantino, che illustra in queste colonne il senso dell’iniziativa della quale “Avvenire” è media partner. Il programma del Congresso di Roma è stato definito nei giorni scorso da un apposito convegno della Fisp tenutosi a Roskilde, in Danimarca; il tema portante sarà “La filosofia attraversa i confini” e si articolerà in cinque aree principali, a loro volta scandite in 89 sezioni tematiche. La prima area, “Persone”, dedicherà la sua sessione plenaria al tema “Incarnazioni” e prevederà i simposi “Donne nella storia della filosofia” e “Intelligenza artificiale e altre forme di mente”; l’area “Transizioni” si concentrerà su “Vulnerabilità e conoscenza” e approfondirà “Gli scambi interculturali nel mondo antico” e “Traduzione, immaginazione, interdisciplinarietà”; l’area “Giustizia” indagherà “Cittadinanza, cura e autodeterminazione” e, nei simposi, “Ingiustizia epistemica, potere e lotta” e “Fiducia, verità e conoscenza”; l’area “Terra” esplorerà il “Vivere in un mondo sostenibile”, anche riflettendo su “Biodiversità e ambiente” e su “Etica ed esseri viventi”; l’area “Infinito”, infine, approfondirà “Empatia ed esperienza” (“Bellezza, fascino e grazia” e “Temporalità e intervento” i simposi). Il Congresso si svolgerà dal 1° all’8 agosto e sarà affiancato da un Salone internazionale del libro filosofico. (R.A.)


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