sabato 7 agosto 2021
Dallo scontro Coni-Governo, con il rischio di arrivare a Tokyo senza bandiera all’apoteosi della spedizione azzurra. Allarme per Pechino 2022: «Sarà complicato esserci, perché la Cina è chiusa»
Il segretario generale del Coni, Mornati: «La “centralizzazione” è iniziata nel 2014. Dall’Istituto di scienza, alla parte sportiva fino ai centri di preparazione olimpica, sono stati tratta come veri asset»

Il segretario generale del Coni, Mornati: «La “centralizzazione” è iniziata nel 2014. Dall’Istituto di scienza, alla parte sportiva fino ai centri di preparazione olimpica, sono stati tratta come veri asset» - Reuters

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Programmazione e organizzazione, perché nulla nasce per caso. Il giorno dopo la straordinaria giornata dei due ori dell’atletica, e quello del karate, a Casa Italia è quello dei grandi sorrisi e dei bilanci.
L’Italia dello sport più vincente di sempre è un capolavoro da spiegare, e nessuno può farlo meglio di lui. Carlo Mornati, segretario generale del Coni, l’uomo che forte di un’esperienza ventennale, da diverse Olimpiadi è la mente delle spedizioni azzurre ai Giochi: «È bello vedere realizzato il nostro metodo con queste medaglie – spiega – . Diversamente da quanto fanno in altri paesi, abbiamo lavorato in modo orizzontale su tutti gli sport: per capirlo basta guardare il numero elevatissimo delle discipline in cui siamo saliti sul podio. È una scommessa vinta».

Questo record storico di podi è arrivato dopo un percorso innovativo che ha visto lavorare insieme Coni e e Federazioni, con una nuova concezione dei Centri Federali: «Nel 2014 abbiamo ripensato il rapporto, centralizzando tutta la preparazione olimpica – ha raccontato Mornati – Abbiamo trattato l’Istituto di scienza, la parte sportiva dell’Istituto di medicina e i centri di preparazione olimpica, come veri e propri asset. Tokyo era il banco di prova, qui abbiamo replicato quello che facciamo in Italia, nei centri di preparazione olimpica. A Tokorozawa abbiamo messo in piede un centro capace di rispondere alle esigenze degli atleti, dei tecnici, con strutture rinnovate».

Nel concreto sono cambiate le metodologie: «Parlo solo degli ori: Stano e la Palmisano sono venuti qui in Giappone a studiare l’acclimatamento, hanno tirato la volata agli altri. Per la 4x100 abbiamo lavorato con la cinematica in 3D, come con Tamberi. E poi il progetto di solidarietà olimpica con il Cio per il canotaggio femminile. E il lavoro con il quartetto dell’inseguimento a squadre nella galleria del vento di Orbassano». I risultati hanno superato le previsioni, rendendo merito al Coni che a Tokyo ha portato un gruppo di 728 persone tra atleti (384), allenatori, tecnici, medici, psicologi: «Prima di questa trasferta non facile, messa in dubbio sino agli ultimi giorni dal Covid, l’obiettivo era fare meglio di Rio 2016, quindi arrivare a 30 medaglie. Oggi il medagliere Italia dice 10 ori, 10 argenti, 19 bronzi compreso quello arrivato ieri pomeriggio nella lotta con Abraham Conyedo. E potrebbe non essere finita...».

Mornati si è soffermato sullo scontro che per mesi ha diviso Coni e Governo, con il rischio di arrivare a Tokyo senza bandiera italiana: «Alla fine il nostro progetto è risultato vincente. Ora la speranza è, visti i nuovi decreti con gli asset sportivi passati al Coni, che si possa lavorare in modo più facile». Il segretario del Coni ha poi lanciato un allarme sull’Olimpiade invernale in programma nel 2022 a Pechino: «Sarà complicato esserci, perchè la Cina è chiusa, non solo per noi ma per tutti. Sarà difficile replicare il modello portato a Tokyo: non ci sono i voli, all’arrivo bisogna fare 14 giorni di quarantena e noi dovremmo mandare Fisg e Fisi a novembre per i test event, a due mesi dai Giochi. Spero che le regole di ingaggio possano cambiare altrimenti sarà difficile aderire a questa trasferta che vede molti atleti contrari alla partecipazione».

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