giovedì 9 aprile 2020
Domenica il tenore, da solo nella cattedrale di Milano, canterà in diretta streaming mondiale (dalle ore 19) sul suo canale Youtube.
Andrea Bocelli a Pasqua canterà nel Duomo di Milano

Andrea Bocelli a Pasqua canterà nel Duomo di Milano

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«Nel giorno in cui si celebra la fiducia nella vita che vince, sono onorato e felice di rispondere “Sì” all’invito della città e del Duomo di Milano». Questo l’annuncio del tenore Andrea Bocelli che il giorno di Pasqua si esibirà da solo nel Duomo di Milano, su invito della città e della Cattedrale, grazie all’ospitalità dell’Arciprete e della Veneranda Fabbrica del Duomo. Un momento di preghiera e grande musica per donare speranza in questo momento di sofferenza. Questa domenica, il tenore, quindi canterà in cattedrale senza pubblico presente, ma il concerto sarà trasmesso in esclusiva in diretta streaming mondiale sul canale You-Tube del tenore (https://youtu.be/hu-TUOek4LgU), dalle ore 19. Bocelli sarà accompagnato da Emanuele Vianelli, organista titolare della Cattedrale. L’evento è prodotto da Sugar Music e Universal Music Group grazie al contributo di YouTube. Andrea Bocelli, che partecipa in forma totalmente gratuita, spiega ad Avvenire, le motivazioni profonde della sua scelta.

Andrea Bocelli, quali sono i brani che interpreterà all’interno del Duomo di Milano?

Sarà un florilegio dal repertorio sacro; ha richiesto scelte non semplici perché attingevo da una miniera sterminata di capolavori. Proporrò due invocazioni mariane cui sono molto legato, l’Ave Maria di Gounod e Santa Maria di Mascagni. E poi, quella pagina meravigliosa (che come ogni preghiera è, di per sé, poesia) di San Tommaso d’Aquino musicata da César Franck: l’inno eucaristico Panis Angelicus. Ho voluto inserire anche un brano più estroverso, il Domine Deus di Rossini, in cui il virtuosismo della scrittura propone una diversa modalità – ma ugualmente credibile e genuina – di devozione.

Per lei saranno un’emozione e una responsabilità particolari dare voce a una preghiera che unirà tutto il mondo proprio a Pasqua.

Come ci ricorda Sant’Agostino, il canto moltiplica la preghiera. Mi auguro di esserne all’altezza, prestando la mia voce a chi vorrà congiungere le mani e, col cuore, rivolgersi al cielo. Gli spazi vuoti del Duomo saranno in realtà gremiti. La fede affratella, crea fili che annullano qualunque distanza fisica. Saremo una folla interconnessa.

Per lei, credente, la Pasqua cosa rappresenta in questo particolare momento di sofferenza globale?

La Santa Pasqua è simbolo universale di una rinascita di cui tutti, credenti e non, abbiamo bisogno. La dovremmo festeggiare ogni giorno, quando ci svegliamo, quando ci addormentiamo nella fiducia di ritrovare un’alba pronta ad accoglierci. In questo momento storico così delicato, ci viene provvidenzialmente in soccorso la ricorrenza cristiana che celebra la Resurrezione e che testimonia la certezza nella vita che vince.

Lei sarà solo davanti a Dio nel Duomo. Papa Francesco ha colpito al cuore il mondo da solo in piazza San Pietro...

Papa Bergoglio è una benedizione per tutti noi e dunque anche per la Chiesa del terzo millennio. Una cara amica, Chiara Amirante, ha definito il Santo Padre “una carezza del cielo”. Il suo gesto, la sua presenza in piazza San Pietro, è già nella storia. Ho percepito la potenza e la grandezza di quest’uomo del bene, la sua forza dirompente nel riassumere – nei suoi passi solitari – duemila anni di cammino... Su di lui, il peso di un’umanità dolente che, scevra da quella sua endemica vanità e conscia dei propri limiti, congiunge le mani in direzione del Padre celeste.

Questo drammatico momento può essere il momento di una rinascita? Di una «nuova splendente primavera» come dice lei fatta di «una rinnovata gerarchia di valori»?

Ne sono profondamente convinto. Io per primo scalpito, a contatto con la sofferenza, ancor più quando coinvolge i più deboli. Ma da uomo di fede penso anche che la mente dell’uomo sia troppo piccola per capire la logica di Dio. E a quella mi affido, fiducioso, come tra le braccia di un genitore amorevole. Credo che attraverso questo virus il mondo ci abbia in qualche modo dato un avvertimento. Spero che tutti noi sapremo imparare la lezione, facendone tesoro, cogliendo tale opportunità per cambiare il nostro atteggiamento nei confronti della vita. Quella gerarchia di valori cui faccio riferimento sono nuovi ma a ben pensarci antichissimi, gli stessi che ciascuno di noi può ritrovare aprendo le pagine del Vangelo.

Lei ha partecipato all’evento #Musica-Che Unisce” e il 18 aprile canterà per #TogheterAtHome organizzata da Lady Gaga. Il mondo della musica sta facendo grandi cose.

Gli artisti portano da sempre l’onore e l’onere di una grande responsabilità, all’interno della società. Partecipando a maratone ed eventi musicali, in questo periodo, ho fatto esclusivamente il mio dovere, così come tantissimi colleghi, cercando di essere utili e offrire un momento di serenità e di ottimismo. La musica resta uno strumento privilegiato, proprio perché può esprimere l’inesprimibile, può renderci persone migliori ed accendere la passione ma anche la contemplazione. È un linguaggio universale, una delle voci predilette dell’anima che può aprire cuore e mente, educandoci alla bellezza. E frequentare e praticare la bellezza cambia se stessi e il mondo.

La Fondazione Bocelli si è subito attivata con una serie di iniziative a sostegno alla lotta al Covid–19. Ci racconta le vostre iniziative?

La Andrea Bocelli Foundation è stata fin da subito in prima linea, nell’emergenza. Abbiamo realizzato una campagna (“ABF – Con te per l’Emergenza Covid–19”) che grazie a quanto raccolto attraverso la piattaforma “Gofundme” ha già permesso di donare alcuni ventilatori polmonari per il Covid Hospital di Camerino. Strumenti che saranno utili anche dopo che il virus sarà debellato. La campagna prosegue – confidando nella generosità di tutti – per acquistare nuove, urgenti attrezzature mediche e di protezione individuale per ulteriori strutture ospedaliere.

Gli italiani che esempio stanno dando all’estero?

Mi sembra che stiano dando un esempio di coesione, di maturità e di umanità. Nell’emergenza, il nostro Paese storicamente ha dimostrato, per ragionevolezza e cuore, di non essere secondo a nessuno.

Lei e la sua famiglia come state vivendo questi giorni?

Viviamo una condizione privilegiata, perché la famiglia è riunita sotto un unico tetto e perché trascorriamo questo tempo sospeso in una casa ampia e con uno spazio esterno. Personalmente studio molto, leggo, ascolto musica, ogni tanto poltrisco un po’. Soprattutto, cerco di trascorrere più tempo possibile con i miei figli, parlando con loro, di qualunque argomento. Ed è bellissimo poter essere più presente, con Veronica, nella vita di nostra figlia Virginia, dallo svolgimento dei suoi compiti scolastici al momento dei giochi e dello svago. C’è poi l’attività della fondazione, che ci assorbe molto tempo ed energie... Uno dei momenti più intensi della giornata è la recita del Rosario, pratica devozionale che ci dà forza e consolazione, e che è nutrimento di un percorso di fede, per tutti dei membri della nostra famiglia.

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