mercoledì 1 giugno 2022
Lesley Lokko, direttrice del settore Architettura della Biennale, ha annunciato il titolo della 18ª Mostra internazionale di Architettura: «Il laboratorio del futuro».
Lesley Lokko, direttrice del settore Architettura della Biennale

Lesley Lokko, direttrice del settore Architettura della Biennale - Ansa/Andrea Merola

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Il titolo della 18ª Mostra internazionale di Architettura è «Il laboratorio del futuro» e getterà uno sguardo innovativo in particolare sull’Africa, il continente più giovane: si terrà dal 20 maggio al 26 novembre 2023 ai Giardini, all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia. L’annuncio è stato dato ieri dal presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, e dalla curatrice, Lesley Lokko, direttrice del settore Architettura della Biennale. Al centro della rassegna le nuove tecnologie che «appaiono e scompaiono continuamente, offrendoci scorci non filtrati della vita in parti del mondo che probabilmente non visiteremo mai, tanto meno capiremo», ha spiegato Lokko. «C’è un luogo in cui tutte le questioni di equità, risorse, razza, speranza e paura convergono e si fondono: è l’Africa – ha proseguito –. A livello antropologico, siamo tutti africani. E ciò che accade in Africa accade a tutti noi».

Lesley Lokko ha spiegato che il suo titolo opera su diversi livelli. «In primo luogo l'Africa è il laboratorio del futuro. Siamo il continente più giovane del mondo, con un'età media pari alla metà di quella dell'Europa e degli Stati Uniti, e un di decennio più giovane dell'Asia. Siamo il continente con il più rapido tasso di urbanizzazione al mondo, con una crescita di quasi il 4% annuo. Questa crescita rapida e in gran parte non pianificata avviene generalmente a spese dell'ambiente e degli ecosistemi locali, il che ci pone di fronte al cambiamento climatico sia a livello regionale che planetario. Rimaniamo il continente con il tasso più basso di vaccinazioni, pari ad appena il 15%, eppure abbiamo registrato il minor numero di morti e infezioni con un margine significativo che la comunità scientifica non riesce ancora a spiegare. Così spesso dalla parte sbagliata della storia e della speranza, questa nostra resilienza, autosufficienza e lunga, lunghissima storia dell'assistenza sanitaria comunitaria di base hanno improvvisamente fatto pendere la bilancia a nostro favore».

La curatrice ha aggiunto: «La storia della migrazione forzata attraverso la tratta transatlantica degli schiavi è il terreno su cui oggi si combattono in tutto il mondo le lotte per i diritti civili e per una società più civile. Con tutti i discorsi sulla decarbonizzazione è facile dimenticare che i corpi neri sono stati le prime unità di energia ad alimentare l'espansione imperiale europea che ha plasmato il mondo moderno. Equità razziale e giustizia climatica sono due facce della stessa medaglia. La visione di una società moderna, diversificata e inclusiva è seducente e persuasiva, ma finché rimane un'immagine, resta solo un miraggio. È necessario qualcosa di più di una rappresentazione e gli architetti, storicamente, sono attori chiave nel tradurre le immagini in realtà».

Lokko ha poi messo in luce che la Biennale di Venezia è «anche essa stessa una sorta di laboratorio del futuro, un tempo e uno spazio in cui si pongono interrogativi sulla rilevanza della disciplina per questo mondo - e per quello a venire». E la mostra sarà «come a una sorta di bottega artigiana, un laboratorio in cui architetti e professionisti provenienti da un ampio campo di discipline creative tracciano un percorso fatto di esempi tratti dalle loro attività contemporanee che il pubblico, composto da partecipanti e visitatori, potrà percorrere immaginando da sé cosa può riservare il futuro».

Il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, affermato che Lesley Lokko «dimostra determinazione e coraggio anche nell'usare nel suo titolo due parole abusate ma insostituibili - "laboratorio e futuro" - per restituire la piena importanza del loro significato. Il suo approccio somiglia molto alla proposta di un patto fra i visitatori della Biennale, il mondo dell'architettura e della cultura in generale. Una Mostra che partendo da premesse molto concrete e punti di vista molto precisi guarderà dritto negli occhi i rappresentanti dei Paesi partecipanti e tutti coloro che popoleranno i Giardini, l'Arsenale e la Città di Venezia».

La Mostra Internazionale di Architettura presenterà, come di consueto, le Partecipazioni Nazionali con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all'Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi Collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro esposizioni e le loro iniziative a Venezia.

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