venerdì 15 aprile 2022
Un'installazione nello Spazio Esedra dei Giardini dà voce alle opere realizzate dagli artisti ucraini durante la guerra. Al centro un monumento ricoperto con sacchi di sabbia, come a Kiev
Il Padiglione centrale dei Giardini della Biennale, a Venezia

Il Padiglione centrale dei Giardini della Biennale, a Venezia - Biennale di Venezia

COMMENTA E CONDIVIDI

L'Ucraina avrà una sua "piazza" alla Biennale di Venezia che apre sabato 23 aprile. Realizzata nel contesto della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund (UEAF) e della Victor Pinchuk Foundation, e curata da Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, anche curatori del Padiglione nazionale, "Piazza Ucraina" sarà un’installazione progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina allestita allo Spazio Esedra dei Giardini della Biennale.

Lo scopo del progetto è dar voce agli artisti e alla comunità artistica dell’Ucraina e degli altri paesi per esprimere solidarietà con la popolazione ucraina all’indomani della brutale invasione da parte del governo russo e creare uno spazio che possa essere luogo di dibattito, dialogo e sostegno alla cultura ucraina.

“Da settembre a novembre del 2020 - ha dichiarato il Presidente della Biennale, Roberto Cicutto - la Biennale di Venezia ha presentato la mostra "Le muse inquiete", con l’intento di evidenziare i momenti in cui gli eventi della storia hanno fatto irruzione nell'esposizione d’arte più importante del mondo. La 59. Esposizione curata da Cecilia Alemani si trova ora di fronte all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. La reazione della Biennale a seguito dello scoppio del conflitto è stata immediata: la nostra Istituzione ha dato sostegno all’artista e ai curatori offrendo loro la possibilità di presentare l’opera di Pavlo Makov, rendendoci tutti testimoni della loro esperienza. Per riconfermare la collaborazione tra la nostra istituzione e le istituzioni ucraine, Cecilia Alemani e i Curatori del Padiglione dell’Ucraina hanno unito i loro sforzi progettando ”Piazza Ucraina”, uno spazio dedicato agli artisti ucraini e alla loro resistenza all’aggressione. Ci auguriamo che questa iniziativa contribuisca ad accrescere la consapevolezza nel mondo contro la guerra e tutte le sue conseguenze".

Con la guerra, spiegano i curatori in una dichiarazione, la maggior parte degli artisti "ha interrotto il lavoro d'atelier, alcuni conciliano ancora le attività artistiche con la vita militare e sociale, mentre altri continuano a produrre opere d'arte quasi quotidianamente. Per questi ultimi, dedicarsi costantemente al lavoro aiuta a sopportare il calvario dei continui aggiornamenti delle notizie e la dura realtà della guerra che li circonda. Ma non si tratta solo di questo. Un’opera, che si tratti di un disegno, una fotografia, un fumetto o di un breve testo, dopo essere stata ultimata impiega poco tempo a diffondersi pubblicamente attraverso i social media. Una volta divenuti di dominio pubblico, questi lavori si trasformano in qualcosa di più grande. Diventano una prova, un artefatto, un documento di uno stato d'animo. Probabilmente queste opere sono già state elevate al rango della documentazione più immediata e certamente innegabile di un’esperienza fatta di trauma, di rabbia e anche di autentico coraggio. Gli utenti dei più diffusi social network in Ucraina si raccolgono virtualmente attorno a queste opere d’arte, scambiandosi opinioni e dando vita a nuove narrative. Tutte assieme, le sequenze di queste espressioni artistiche creano una sorta di agorà, un luogo d’incontro, una piazza".

Lo spazio della Piazza, creato da Dana Kosmina, intende incarnare "l’equilibrio tra stabilità e fluidità", con una struttura tradizionale sulla quale si innesta il continuo mutamento dei poster con le immagini delle opere d'arte. A simboleggiare l'emergenza e la condizione entro cui si svolge il dibattito, Piazza Ucraina è costruita attorno a un monumento ricoperto da sacchi di sabbia, un riferimento alla pratica diffusa in tempi di guerra nelle città ucraine per proteggere l'arte pubblica dai bombardamenti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI