sabato 8 aprile 2017
Lo rivela una ricerca sui «nativi digitali». Per loro la Rai lancia Radio Kids, in digitale e senza pubblicità
I bambini chiedono programmi di informazione
COMMENTA E CONDIVIDI

Terrorismo, guerre, terremoti, immigrazione: i bambini, confusi ogni giorno da migliaia di notizie, vogliono sapere la verità, per essere rassicurati, e la chiedono soprattutto ai genitori. È quanto emerge da una interessante ricerca commissionata dai canali televisivi del gruppo De Agostini Editore (DeAKids, DeAJunior e Super!) dal titolo “I bambini devono sapere: il ruolo della corretta informazione oggi sul target dei nativi digitali” realizzata dall’istituto per ricerche Tips e presentata ieri a “Cartoons on the bay”, il festival internazionale dell’animazione cross-mediale e della tv dei ragazzi, promosso dalla Rai e in corso sino a domani a Torino. Una indagine voluta dal direttore dei canali Massimo Bruno, alle spalle una esperienza nella tv dei ragazzi Rai, che si è accorto di un vuoto: nei canali italiani manca l’informazione a misura di bambino, dopo la chiusura nel 2014 dell’importante esperienza del telegiornale Rai Gt Ragazzi.

Il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, fortunatamente ieri ha annunciato una bella novità: la nascita di una radio digitale per bambini dai due ai dieci anni ascoltabile in streaming e senza pubblicità, Rai Radio Kids, che dal 12 giugno proporrà anche dei notiziari ad hoc.

La provocazione lanciata da Massimo Bruno è quella, però, che i canali tv per bambini, anche quelli commerciali, «si rendano conto che oltre all’intrattenimento abbiamo tutti il dovere di informare correttamente i bambini che, in un mondo così socialmente complesso, sono bombardati da immagini e notizie scioccanti. Dobbiamo dare loro degli strumenti per contestualizzare gli avvenimenti».

La ricerca dell’Osservatorio di ricerche Tips ha messo a punto una indagine quali- quantitativa su 150 bambini tra gli otto e i dodici anni da cui è emerso che il 97% dei piccoli intervistati vuole sapere: il 60% di loro afferma «voglio sapere perché se capisco la situazione ho meno paura» e il 53% «perché così posso evitare il pericolo». A fare più paura è il terremoto, conosciuto dal 100% dei bambini e percepito come un vero pericolo per sé (il 65% ne è preoccupato) ma anche il terrorismo (il cui termine è conosciuto dal 97% dei bambini intervistati) «che fa molta paura – spiega la ricercatrice Daniela Fujani – perché colpisce all’improvviso». I piccoli vogliono essere informati sui casi di cronaca nera e sui femminicidi, a cui non sanno dare una giustificazione, che li inquietano come pure la guerra anche se questa appare come un pericolo lontano (solo il 19% la sente vicina). Un dato interessante è quello sull’immigrazione, sentita come una circostanza vicina nel 41% dei casi ma che spaventa solo il 4% dei bambini intervistati. «Sintomo che le nuove generazioni, abituate alla convivenza nelle scuole, sono più inclusive di noi», aggiunge il direttore Bruno. Fondamentale il ruolo dei genitori che per l’87% dei bambini sono la fonte più affidabile: dai genitori apprende le notizie il 72% dei bambini intervistati, seguono la tv e la scuola con il 66% e gli amici col 28%. Il 41% si informa sul web e di questi il 59% cerca notizie su YouTube «andando a visualizzare video che mostrano immagini “forti” e non filtrate che li spaventano – aggiunge la ricercatrice – . Invece occorre dargli una informazione corretta e in positivo, parlando delle soluzioni e che non li faccia sentire impotenti». I canali De Agostini hanno provato, così, a raccontare al loro pubblico il terremoto in uno speciale di Giovanni Muciaccia, che prossimamente sarà a Norcia col programma Freestyle per decorare alcune aule delle scuole ricostruite dalla fondazione Francesca Rava.

I rappresentanti degli altri canali commerciali presenti a Torino, da Cecilia Padula di Nickelodeon a Marcio Cortez Meléndez dei canali Turner, replicano all’appello: «Non è nelle nostre corde fare informazione, piuttosto facciamo un lavoro di cultura attraverso l’intrattenimento, veicolando valori come integrazione, comprensione e amicizia». Forse timore di non fare abbastanza ascolti?

Si è già mossa invece la Rai con Radio Kids, che sarà coordinata da Gianfranco Noferi, come anticipa Roberto Sergio, direttore di Rai Radio. «Cureremo il nuovo canale radio in coordinamento con la direzione Rai Ragazzi – spiega –. Avrà dei break informativi grazie alle testate del Giornale Radio, pillole di educazione civica, con un’attenzione speciale ad ambiente, bullismo e affettività tra bambini e bambine. I piccoli saranno coinvolti in prima persona». La radio sarà quindi fruibile via digitale terrestre, satellite, web e app, «per raggiungere il pubblico giovane sui suoi mezzi e la produzione sarà a Torino, dove verranno anche ospitati cori di bambini e ci sarà un rapporto stretto con l’Orchestra Sinfonica della Rai. Questo è fare servizio pubblico».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: