mercoledì 17 luglio 2019
Fervente cristiano presbiteriano, Buzz ottenne una dispensa per portare con sé e prendere l'eucaristia. E ringraziò Dio pochi minuti prima di scendere sul suolo lunare
Buzz Aldrin con la borsa che conteneva il calice (Webster Presbyterian Church)

Buzz Aldrin con la borsa che conteneva il calice (Webster Presbyterian Church)

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Tra i tanti aneddoti relativi al primo sbarco sulla Luna uno è particolarmente curioso e poco noto: la comunione di Buzz Aldrin che, oltre ad essere astronauta, era un fervente presbiteriano appartenente alla Chiesa di Webster, in Texas. Fu lo stesso pastore della sua parrocchia, Dean Woodruff, a concedergli una speciale dispensa per poter portare con sé l'eucaristia e comunicarsi da solo.

La Nasa, timorosa che trasmettere al mondo intero un atto religioso potesse sollevare contestazioni da parte dell’opinione pubblica, vietò ad Aldrin la lettura del passo biblico che si era preparato (Giovanni, 15,5) sostituendolo con una frase il più possibile neutra: “Qui è il pilota del modulo lunare (Buzz Aldrin, ndr): vorrei approfittare di questa opportunità per chiedere ad ogni persona che ci sta sentendo, chiunque essa sia e dovunque essa si trovi, di fermarsi un momento e di contemplare ciò che è successo nelle ultime ore”.

Quando il LEM si appoggiò sulla superficie del nostro satellite, Armstrong e Aldrin dovettero aspettare circa un’ora prima di poter toccare il suolo. Fu in questo lasso di tempo che Buzz, oggi 89enne, approfittò per prendere il sacramento cristiano: mangiò il pezzo di pane e bevve il vino che aveva versato nel calice e, a microfoni spenti, lesse il passo della Bibbia che si era preparato, sotto gli occhi di Neil Armstrong, che si astenne dal convivio.

Nel 1998 sarà lo stesso Aldrin a ricordare quegli istanti: “Versai il vino nel calice che la nostra chiesa mi aveva consegnato. Con la gravità lunare, che è un sesto di quella terrestre, il vino si raccolse lentamente e con eleganza nella coppa”.

Aldrin ricordò anche che furono il pane e il vino della comunione gli alimenti umani che vennero consumati per la prima volta sulla Luna. Sebbene l’atto religioso non fosse stato pubblicizzato, ancora oggi la Chiesa presbiteriana di Webster celebra annualmente la Domenica della comunione lunare.

Nel suo libro di memorie (Magnificent Desolation, 2009) scritto a quattro mani con Ken Abraham, Aldrin scrisse che “se dovessi ripetere questa esperienza, non sceglierei di celebrare la comunione. Anche se è stata personalmente un’esperienza profonda e toccante, è pur sempre un sacramento cristiano e noi eravamo andati sulla Luna in nome di tutto il genere umano, cristiani, ebrei, musulmani, animisti, agnostici o ateisti. A quel tempo, però, non seppi pensare a null’altro di più significativo per celebrare l’enormità dell’esperienza dell’Apollo 11 che rendere grazie a Dio”.

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