venerdì 29 maggio 2015
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L’inchiesta che ha portato all’arresto di sette alti dirigenti della Fifa accusati di corruzione rimescola le carte nella partita per la presidenza della federazione calcistica mondiale, anche se Joseph Blatter, in corsa per il suo quinto mandato, sembra ancora favorito sullo sfidante, il principe giordano Alì Bin Al Hussein. Oggi a Zurigo si apre il Congresso Fifa: le diplomazie di entrambe le parti saranno al lavoro fino all’ultimo in queste frenetiche ore, con il pallottoliere dei pro e contro Blatter che viene continuamente aggiornato.Ieri lo svizzero ha convocato una riunione d’emergenza a Zurigo con i rappresentanti delle Confederazioni «per discutere della situazione attuale». Da più parti, Uefa in testa, è stato chiesto il rinvio delle elezioni. Per vincere la partita della presidenza Fifa al primo scrutinio serve una maggioranza di due terzi dei 209 membri delle federazioni, ma dalla seconda votazione il quorum si abbasserà alla maggioranza semplice. Blatter sembra al momento ancora in pole position per la rielezione, avendo incassato nelle ultime ore nuovamente l’appoggio della Confederazione africana e di quella asiatica. I numeri del congresso vedono il peso delle sei Confederazioni così diviso: Africa (Caf) 54 voti; Europa (Uefa) 53; Asia (Afc) 46; Nord e Centroamerica (Concacaf) 35; Oceania (Ofc) 11, Sudamerica (Conmebol) 10.Il vero ostacolo per la rielezione di Blatter è rappresentato dalla Uefa, il cui presidente, Michel Platini, si è detto «disgustato» dallo scandalo e ha spiegato di aver chiesto invano all’«amico» Blatter di dimettersi nella riunione con i presidenti delle altre Confederazioni. «Cambiare presidente è l’unico modo per cambiare la Fifa», ha avvertito l’ex juventino, assicurando che «almeno 45-46» federazioni europee su 53 voteranno contro Blatter. Tra queste quella italiana, dopo che il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha confermato che l’Italia non può non considerare «le valutazioni di Platini che hanno raccolto l’unitarietà dell’Uefa».Anche Platini, però, ha assicurato che «non cambierà l’assegnazione già data per i Mondiali del 2018 e 2022», un segnale distensivo necessario probabilmente per riuscire a recuperare qualche altro voto. La novità, però, è che Platini non ha escluso la stessa uscita della Uefa dalla Fifa se Blatter verrà rieletto. In quel caso, ha detto, «ci riuniremo a Berlino per discutere il futuro delle nostre relazioni con la federazione mondiale. Saremo aperti a tutte le opzioni». Boom. Perché tutto si può immaginare tranne una federazione del calcio mondiale senza l’Europa.La Uefa sosterrà quindi il principe Alì, la cui candidatura è indicata da molti come una vera scelta di cambiamento in una Fifa sempre sotto i riflettori tra scandali e polemiche. Qualche voto al giordano potrebbe arrivare, oltre che dalla Uefa, dalla Confederazione sudamericana e da quella del centro e nord America. Con Ali anche la Federcalcio australiana, convinta della «necessità di un profondo cambiamento per risolvere i problemi di governance e trasparenza». La sensazione, però, è che i numeri siano ancora dalla parte di Blatter, e che solo un eventuale ampliamento dell’indagine dell’Fbi allo stesso dirigente svizzero potrebbe metterlo definitivamente in fuorigioco.
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