mercoledì 15 febbraio 2012
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​Nell’attesa del Molleggiato, l’avvio della 62ma edizione di Sanremo ricalca paro paro il Festival dell’anno scorso. Non solo Luca e Paolo, ma anche Belen e Canalis, chiamate in extremis a sostituire stasera la sfortunata modella Ivana Mrazova, in ospedale per accertamenti causati da una brutta cervicalgia. Appaiono, difatti, Luca e Paolo, ma sono le immagini dell’anno scorso, loro due a fare satira su Berlusconi. Poi rieccoli, davvero loro che sulle note di «Uomini soli » dei Pooh, ora cantano che gli «manca tanto il cavaliere». Ancora satira bipartisan, dove i due si domandano «dimmi dove andrà la mia comicità» senza più il loro obiettivo preferito, ma disorientati anche dal « Pdl che sta inciuciato col Pd», e poi se la ridono dell’articolo 18 e dei tassisti. I due hanno carattere, l’ironia funziona, ma troppo spesso scivolano in volgarità inutili che rovinano l’effetto. Per dimostrare di essere «indipendenti», i due non esitano anche a fare la parodia di Roberto Benigni, fra le altezze dell’Inno di Mameli e le bassezze della farsa triviale. Più efficace la gag sul canone e sulle fatture da pagare, con le due facce dell’Italia perbene e quella furbetta che dice che il fisco «va interpretato» e che si domanda se l’Iva «è una tangente». Poi ancora la parodia delle lunghe pause di Celentano e infine, dopo 20 minuti arriva, più rassicurante, Morandi e il festival può cominciare. Dalla scenografia spaziale, un favoloso omaggio a 2001 Odissea nello spazio con il coreografo Daniel Ezralow e gli atleti della federazione italiana pronti per le Olimpiadi. Emozionato Morandi, proprio all’inizio della gara si trova inguaiato dal malfunzionamento del sistema di voto che dopo Dolcenera e l’elegantissimo Samuele Bersani si inceppa. Tocca a Rocco Papaleo in versione «conduttore tecnico» in cappotto salvare la situazione. «Votate per alzata di mano» dice, ma la sua verve fa fatica a carburare.  Fortunati i cantanti che sono passati prima dell’ondata Celentano. I 50 minuti della sua esibizione, fra canzoni, monologhi e botti apocalittici (andati in onda dopo l’orario di chiusura di questa edizione di Avvenire), hanno relegato infatti dopo le 23 un po’ di artisti come Emma, Finardi, D’Alessio-Berté, Zilli, Carone-Dalla, Arisa, Matia Bazar. E in coda, quasi all’una di notte, i primi due eliminati. Come dice bene Renga: «noi cantanti facciamo da contorno a Celentano. Non è giusto».
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