Il 25 Aprile di Vanessa: medaglia che vale doppio
mercoledì 28 aprile 2021
L'ultima cosa che ricordavo di Vanessa Ferrari era un rumore fragoroso. Il rumore di quella caduta durante l'esercizio al corpo libero della finale ai Mondiali di Montreal di ginnastica artistica, nel 2017. All'uscita di una diagonale, dopo una serie di salti impressionanti per difficoltà e altezza, le era saltato il tendine di Achille. Nessun urlo, niente. Una specie di fucilata, ma con il silenziatore, ed era caduta e rimasta a terra lì, nell'angolo della pedana.
Circondata dallo staff medico e dai suoi allenatori, la ricordavo a terra, senza un lamento e con lo sguardo smarrito, consapevole che quello avrebbe potuto essere l'ultimo salto di una vita da ginnasta. Tutti avevano pensato che quella potesse essere la fine, struggente, di una carriera splendida, ma sempre segnata dal continuo sfinimento di infortuni e dolori fisici.
Nonostante guardi sempre con occhio attento tutte le discipline sportive, devo essere sincero, Vanessa Ferrari era un po' sparita dai miei radar. In fondo trent'anni, nella ginnastica, sono un'età alla quale un'atleta può serenamente pensare al dopo, almeno così pensavo. Certo, vederla allenarsi in garage durante il lockdown del 2020 mi aveva fatto venire qualche dubbio, ma non avevo intuito che proprio in quel frangente stava in lei nascendo un'idea meravigliosa. Con in mano il calendario degli Europei, quella domenica 25 aprile (giorno delle finali di disciplina) deve essere sembrata a Vanessa l'occasione perfetta. In fondo per tutta la carriera lei non ha fatto che resistere e visto che per gli esercizi a corpo libero serve una base musicale, c'è un'unica melodia capace di attraversare confini nazionali e barriere linguistiche e diventare l'inno di tutti coloro che resistono nel mondo: la nostra “Bella ciao”.
L'ultimo ostacolo è stato il Covid. Due settimane a letto, pieni di paure e di dubbi sul se e sul come sarebbe potuta arrivare all'appuntamento, ma anche quest'ennesima prova non ha fermato la ginnasta di Orzinuovi. Così, con eleganza, Vanessa domenica ha riavvolto il nastro di una carriera, ha abbinato la colonna sonora più evocativa possibile e quindici anni dopo quelli che sono stati i suoi momenti migliori di atleta, è tornata sul podio, vincendo una meravigliosa medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Basilea. Volteggiando, con grazia e rispetto, proprio sulle note del canto partigiano che per eccellenza rappresenta il desiderio di combattere per il proprio futuro, Vanessa ha vinto una medaglia che vale doppio. Una medaglia dal valore sportivo enorme, perché conquistata dopo un percorso così tortuoso e contro avversarie che hanno la metà dei suoi anni, ma anche dal valore incommensurabile nel dimostrare che gli atleti possono e sanno dire come la pensano e da che parte stanno, cosa certamente non così comune nel mondo dello sport.
«Questa medaglia – ha detto Vanessa Ferrari – è per me un simbolo di resilienza e di resistenza. Lo dimostra la mia storia agonistica fatta di successi ma anche di sconfitte. Nonostante questo non ho mai mollato. Dedico questa medaglia all'Italia intera in una data così importante per il nostro Paese, il 25 aprile, giorno della Liberazione».
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