domenica 21 marzo 2021
Ho sognato, l'altra notte, che era scoppiata una guerra, non annunciata, devastante. Che missili lanciati da un ignoto nemico avevano squarciato Milano, e Venezia, e Torino. Ho sognato una folla nel panico che doveva fuggire, lasciando tutto, con poche valigie e fagotti. Annientato il web, dalle radio indicazioni confuse: a Milano, convergere alla stazione degli autobus, MM Lampugnano.
Ma il metrò era bloccato, e arrivavano auto stracariche, e gente a piedi con i passeggini, e perfino un gatto, in una gabbietta in mano a una bambina. Finito il carburante, nei distributori. La bolgia attorno ai pochi autobus, le madri con i bambini che implorano aiuto. Bisogna essere forti, o fortunati, per partire. Per dove? Il Sud, si sente dire, in Calabria, per imbarcarsi, e varcare il Mediterraneo con traghetti, pescherecci, gommoni. Mazzette di euro gonfiano le tasche: contanti, occorrono, per pagare.
Ci salveremo? I gommoni stracarichi, nella notte nera del mare. Le onde che si alzano, la rotta incerta, i bambini che piangono. Gira voce, poi, che in Tunisia non ci faranno sbarcare, che siamo in troppi. L'angoscia delle donne incinte, e dei vecchi, che pensano: mi abbandoneranno.
Che sogno assurdo ho fatto. Ma era poi un sogno? Siriani, afghani, eritrei, da anni sono costretti a fuggire. Ho sognato la realtà: semplicemente, in un incubo, capovolta.
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