venerdì 7 giugno 2019
Capita spesso che mi si chieda qualcosa su qualche anniversario, ricorrenza. Il pozzo del passato è profondo, e a una certa età l'elenco dei morti che ci si porta alle spalle è infinito, di quelli che abbiamo conosciuto e magari amato ma anche che non abbiamo conosciuto e magari amato, in modo diverso, anche loro perché hanno influito sui nostri sogni, sulle nostre idee sul mondo. Vale per esempio per tanti personaggi della “società dello spettacolo”, anche oggi che questa società non sedimenta figure forti, nel flusso inarrestabile di immagini-merci fresche per masse di consumatori da blandire, distrarre, intontire. cinquanta anni fa uscì un film di cui qualcuno si è ricordato chiedendomi però non del film ma della sua protagonista, l'ultima vera star di Hollywood (con Ava Gardner), di una cinematografia che ha perso ogni fascino e distanza. Parlo di Marilyn Monroe, la cui tragica morte, nel 1962 (a 46 anni) e ancora nel pieno del suo successo, commosse tutti coloro che avevano ammirato la sua bellezza e ancora di più la sua grazia e ironia nell'incarnare il personaggio della ragazza bionda e sciocca da amare e da proteggere. Più che in Niagara o Fermata d'autobus, il suo personaggio fu plasmato da un regista geniale come Billy Wilder in due perfette commedie, la prima, Quando la moglie è in vacanza, tratta da un lavoro teatrale ma la seconda, A qualcuno piace caldo, scritta per lo schermo – e Wilder, è noto, fu anche un grande sceneggiatore, allievo di Lubitsch. In quel film, ambientato negli anni Venti americani, Marilyn fece faville, splendida commediante a fianco di Jack Lemmon e Tony Curtis. Sono passati esattamente sessant'anni dalla sua uscita, ma pochi film come questo hanno resistito così bene al tempo e alle voghe. Vederlo è ancora un gioia, anche per innamorarsi ancora della sua protagonista. Quando Marilyn morì, due grandi poeti scrissero dei versi per ricordarla, Pasolini, che parlò di una «povera sorellina minore» la cui bellezza era stata «posseduta dal potere», e il grande poeta e sacerdote e rivoluzionario Ernesto Cardenal: «Signore / accogli questa ragazza conosciuta in tutta la terra con il nome di Marilyn Monroe / anche se questo
non era il suo vero nome (…) / che adesso si presenta davanti a Te senza nessun maquillage / senza il suo Addetto Stampa / senza fotografi e senza firmare autografi / sola come un austronauta davanti alla notte spaziale»... Si ride sempre molto vedendo il film di Wilder, ma poi si finisce sempre per pensare al destino dei miti contemporanei, delle vite usate e distrutte dal sistema dello spettacolo.
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