Spot di Sanremo coi feti: vera provocazione?
venerdì 6 gennaio 2017

L'idea l'hanno avuta i «creativi» che lavorano al prossimo Festival di Sanremo. La realizzazione, invece, per ora non si sa di chi sia. Il risultato non cambia: da qualche ora sui social e sul web c'è un video di lancio di Sanremo 2017 in cui tre feti cantano Non ho l'età di Gigliola Cinquetti, mentre le rispettive mamme si muovono a tempo, accarezzandosi i pancioni. Nel finale c'è la voce di Carlo Conti – presentatore e direttore artistico del Festival – che ripete lo slogan già usato nelle ultime edizioni: «Tutti cantano Sanremo». Anche – sottintende lo spot – i bambini concepiti e non ancora venuti alla luce.



L'idea non è nuovissima. Quasi vent'anni fa, nel 1998, i Massive Attack per il brano Teardrop realizzarono un video con protagonista un feto (e vinsero un Brit Award, l'Oscar inglese della musica). Nel 2010, lo spot di un'acqua minerale faceva cantare e ballare un feto nella pancia della mamma, mentre nell'inverno 2015 uno studio scientifico (con relativo video che ha fatto il giro del web e dei social) ha dimostrato che, se sente la musica, «un feto si muove e apre la bocca come se cantasse e ballasse».
Niente di nuovo, quindi. Ma ciò è bastato a fare sì che sul profilo Facebook di Sanremo nel giro di pochi minuti gli utenti si scatenassero con un numero di stroncature e di offese tali da far riflettere. Soprattutto, l'accusa è quella secondo cui Sanremo avrebbe fatto lo spot per sostenere in maniera subdola il Fertility Day e rilanciarlo dopo le ben note polemiche.
Ecco: se c'è una cosa, un'unica cosa che può mettere in relazione i due eventi è la scarsa cura con la quale la campagna di allora e il video di Sanremo oggi sono stati realizzati. Al punto che il sito di Famiglia Cristiana ha scritto «che questo spot ridicolizza la vita, trasformando i feti in bambolotti che cantano». Perché l'idea, pur non nuova, poteva funzionare. Divertire e al tempo stesso celebrare una delle cose più belle del mondo. Ma realizzata così è destinata solo a scatenare polemiche.
A pensar male, come si usa dire, si fa peccato. Ma non possiamo dimenticarci che, ormai da tempo, il Festival della canzone italiana si «diverte» a mischiare le carte, utilizzando sul palco, ma anche fuori, artisti o situazioni che fanno discutere, così da attirare l'attenzione sulla manifestazione e aumentare l'audience. Non a caso, pochi giorni dopo l'annuncio che il cantante Tiziano Ferro è in America «perché voglio un figlio, e lo voglio anche da solo», il Festival ha annunciato che sarà ospite al prossimo Sanremo.
È vero che i social sono spesso il luogo dell'esagerazione, dell'invettiva e dell'odio verbale, ma stavolta viene il sospetto che siano stati usati per creare attenzione sul Festival. Per muovere le acque. Come le indiscrezioni sulla co-conduzione della rassegna da parte di Carlo Conti e di Maria De Filippi rimbalzate ieri (guarda caso) sempre sui social.
Ecco: se c'è una cosa che sui social appare ogni giorno più fastidiosa è constatare come anche chi produce contenuti provi spesso a buttare là le proprie iniziative per vedere che effetto fanno. Per scatenare dibattiti, risse e polemiche, che sembrano sempre di più pietre d'inciampo alle nostre vite digitali e non solo a quelle.

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