martedì 2 agosto 2022
Gita con un folto gruppo di amici al Colle della Croce, 2.300 metri. All'arrivo il regalo più bello è un fantastico panorama sul massiccio del Monte Bianco e sul vallone di La Thuile. È uno di quei frangenti in cui le parole non sono adeguate per descrivere la meraviglia che si staglia davanti agli occhi, e infatti in quel momento ho scelto il silenzio per alimentare il cuore. Davanti a una simile maestosa bellezza, nasce spontanea la domanda: «Chi ha fatto tutto questo?». Basterebbe il sorgere di questo interrogativo - così censurato e così autentico - per ripagare della fatica fatta per arrivare fin lassù, ma la giornata riserva altre sorprese. Dopo il pranzo al sacco con gli amici, partono canti di montagna imparati in gioventù e rimasti impressi nella memoria: raccontano di scalatori intrepidi, di passioni amorose, di alpini che si sacrificano per la patria. Il canto corale si fa sempre più intenso e appassionato, qualche passante si ferma ad ascoltare, riconosce melodie imparate e poi dimenticate, annuisce, sorride, scatta una foto: è uno spettacolo raro e contagioso ascoltare cento persone che cantano all'unisono di bellezza e d'amore, di Dio e di uomini. Un'amicizia dell'altro mondo in questo mondo, in un luogo dove il fascino del Mistero si rende presente. Sarà così il Paradiso?
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