sabato 30 luglio 2022
«Praticate l'ospitalità, attraverso la quale si giunge a Dio. Accogli l'ospite del quale tu sei compagno di strada, dal momento che tutti siamo pellegrini». Le parole di sant'Agostino sono diventate carne nell'esperienza degli ospizi edificati a partire dal Medioevo sui valichi alpini per offrire riparo e conforto a mercanti, religiosi, mendicanti, pellegrini, migranti. Questi edifici erano spesso l'unico punto di sosta e ripartenza in territori inospitali e popolati di insidie. Gran San Bernardo, Piccolo San Bernardo, Gottardo, Sempione, San Tommaso di Majano in Friuli: luoghi edificati da religiosi o laici che non si limitavano ad aprire le porte a quanti venivano a bussare, ma uscivano per cercare chi si era perduto nella tormenta. Gli sconosciuti viandanti non venivano guardati come gente da temere, ma come parte della medesima umanità. In un dialogo sull'eredità viva degli ospizi alpini, padre Raphael Duchoud, uno dei canonici che gestiscono il rifugio del Gran San Bernardo, mi disse: «Qui non si chiude mai per ferie. Siamo aperti ogni giorno, da mille anni. Accogliere l'ospite non è un mero gesto di generosità, è un'educazione a essere testimoni di carità secondo il motto di questo luogo: Hic Christus adoratur et pascitur, qui Cristo è adorato e nutrito. C'è Cristo nel volto di ogni uomo».
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