sabato 2 maggio 2020

Interessante notare che il mese di maggio, dedicato alla Madonna, inizi con la festa di san Giuseppe lavoratore, suo castissimo sposo. Mese della Vergine Maria, mese in cui si dovrebbe pregare maggiormente per intercessione della Madre di Dio. Mese del Rosario, do un bouquet di rose spirituali offerte a Maria e che la tradizione domenicana ha diffuso in tutta Europa. Non sarà un mese in rosa, quest'anno, un mese spensierato, purtuttavia rimane un mese del Rosario.
Credo che sia bene tenere in mano lo strumento con cui si prega il Rosario – la corona – per scongiurare, con l’allentamento del confinamento, la diffusione del virus e la tanto temuta ripresa dei contagi. Chissà, forse tenere in mano un rosario potrebbe anche tenere più desta l’attenzione nei confronti delle nostre mani e del contatto ravvicinato. Come si indossano i guanti per evitare, tra l'altro, di mettere le dita negli occhi, di strofinarsi inutilmente il viso o di toccarsi le parti più esposte, ecco, tenere in mano un Rosario potrebbe servire anche a quello. Potrebbe allora essere utilizzato per apprendere nuovi riflessi, magari anche di preghiera.
Perché non pregare ancora di più affinché il Signore intervenga? A Lussemburgo inizia il pellegrinaggio chiamato dell’Oktave: pellegrinaggio alla Vergine Maria Consolatrice degli afflitti, patrona della Diocesi e del Paese, celebrato questo anno via streaming e a porte chiuse della Cattedrale. Devozione, grazie ai Gesuiti, nata già nel lontano 1624 proprio per invocare la protezione di Maria Consolatrice da guerre, scismi e anche dalla peste. È d’attualità quindi invocare Maria Consolatrice. Le possibilità di preghiera, come anche di altre attività per coloro che dovranno continuare il confinamento sono numerose, ma si è anche sperimentato che avere la possibilità non significa realizzare facilmente quanto si immaginava di riuscire a fare. Sì, per fare qualcosa non basta solo avere il tempo e fino adesso di tempo ce n’era.
Questo periodo di confinamento ha insegnato che avere tempo non significa poter fare tutto quanto si era desiderato. Per fare qualcosa bisogna volerlo. La nostra società contemporanea ci ha abituato a rispondere a una serie di imperativi legati alle numerose attività da realizzare. Anche quando le attività sono ludiche, diventano impegni da rispettare. La vera libertà è nel voler fare qualcosa, non nell’essere obbligati a farla o non farla, e nemmeno nell’avere la possibilità in termini di tempo o di disponibilità.
Anche la preghiera bisogna volerla, non è sufficiente avere il Rosario accanto a sé o in tasca. Credo sia arrivato il momento di tirare fuori questa corona – che caso che un agente patogeno letale e uno strumento di preghiera siano appellati con lo stesso termine! -, per pregare e chiedere l’intercessione della Vergine Consolatrice degli afflitti.

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