venerdì 16 novembre 2018
Il Repertorio dei matti della città di Palermo stabilito una trentina di anni fa da Roberto Alajmo torna in una nuova edizione aggiornata per Sellerio (pagine 144, euro 12,00), e chissà che non vi figuri anche qualche autore o collaboratore di quella casa editrice, palermitana. Sono brevi ritratti, “caratteri”, “mimi”, alcuni di poche righe altri di poco più di una pagina, che si allacciano a una tradizione molto antica, greca, che in Sicilia ha avuto nel tempo egregi rappresentanti e ha stimolato, nella misura lunga, il genio di Pirandello. Cominciano tutti con “Uno”, e il primo riguarda proprio l'autore, che così si presenta: «Uno faceva collezione di storie eccentriche, ne trovò una e la mise da parte. Poi ne trovò un'altra e così via». Dopo qualche pagina si comincia con “Una...”, e verso la fine con “Due...”, ma sono gli “Uno” a dominare, maschi caratterizzati da ossessioni, tic, manie, comportamenti bizzarri ma raramente estremi. La costruzione è sinfonica, procede per associazioni. Se si parla di un un attore ecco che l'ambiente del teatro fornisce più esempi, e così se di professioni, o di località. Questi “Uno” sono anche, a volte, pericolosi, e talvolta perfino tragici oppositori del male, della mafia. Insomma, ce n'è per tutti, e sì, non è solo Palermo a essere abitata da tanti simpatici o antipatici pazzerelli, è il mondo intero. Se qualcuno registrasse i “pazzi” (nell'accezione di nevrotici, ossessivi, morbosi, provocatori miti o aggressivi, strambi, simpatici o antipatici) che sono presenti, mettiamo, nel mondo politico, o giornalistico eccetera, e a Roma Mosca Washington Varsavia Rio Istanbul eccetera, troverebbe di sicuro materia per
mille altri libri... “Uno” che sapeva come osservarli, ed era uno di loro, fu certamente il grande Diogene ateniese che girava per le strade con una lanterna “cercando l'uomo”. Non ci si adatta facilmente al mondo così com'è, alla società organizzata, e ci si rifugia in minimi scarti (o scatti) bensì proprio nostri, che ci differenzino dagli altri, la massa, per sentirsi persone, autonome, vive. Come in Alajmo, succede a volte che i matti di strada finiscano in manicomio, ma non sono quelli a interessarlo di più, è la nostra difficoltà di individui veri in una società che esige la massa. Viene a volte da pensarlo guardando anche ai comportamenti politici dei nostri connazionali, elezione dopo elezione, e più si è uguali più ci rifugia in una parodia di individualismo.
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