giovedì 14 luglio 2022
Famiglia, figli, soldi. Una vita senza problemi, quella di Franco. Fino a quando tutto ha cominciato a traballare: la separazione dalla moglie, le cattive compagnie, i soldi bruciati nella droga e nel gioco d'azzardo. Poi il business del commercio di armi con l'Albania. Fino al giorno in cui, mentre viaggia per una “consegna”, davanti a una tabaccheria vede un lenzuolo bianco che copre il cadavere del titolare ammazzato a colpi di mitra. Forse, pensa, è uno dei “suoi” mitra. Franco non farà mai quella consegna, si ferma davanti a una chiesa poco lontano e dal cuore sale imprevista una preghiera: «Ti prego Dio, fermami tu perché io non sono capace di fermarmi». Il giorno dopo viene arrestato per traffico internazionale di armi dai carabinieri che erano da tempo sulle sue tracce. È in carcere che avviene la ripartenza, nell'incontro con i volontari dell'Associazione Papa Giovanni XXIII che lo accompagnano in un percorso di espiazione e di riscoperta della fede. Dopo quattro anni di detenzione entra in una comunità che accoglie detenuti che stanno facendo un cammino di recupero e reinserimento sociale, oggi ne è il responsabile. All'ingresso c'è un cartello con una frase di don Benzi che è rimasta scolpita nel suo cuore, sembra scritta per lui: «L'uomo non è il suo errore».
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